Il fatto – «Sono affermazioni gravissime per le quali chiederemo
un maxirisarcimento in sede civile». Così commentano Alessio De Giorgi (presidente del portale Gay.it) e Mauro Basso (fra gli organizzatori del Gay Village) – gli organizzatori della prima corciera gay organizzata in Italia ribattezzata Revuelta (rivolta in spagnolo) – le dichiarazioni di Antonio Francesconi, avvocato della coppia eterosessuale che si è detta disturbata dall’aver appreso solo a bordo della nave che si trattava di un evento dedicato alla comunità gay.
Il risarcimento dell’organizzazione – Chiederemo come
organizzazione 100 mila euro di danni, annuncia De Giorgi dopo l’ultima intervista rilasciata dal legale. «Quanto affermato tramite l’avvocato Francesconi è un chiaro sintomo di omofobia. Ad esempio, si dice che a bordo ci fossero ovviamente spettacoli hard, come se i gay non sapessero fare altro. Quegli spettacoli non solo non erano accessibili ai clienti etero in quanto all’interno del pacchetto commerciale di Revuelta, ma erano assolutamente casti. Si è trattato di cabaret, comicità, musica e nient’altro». «La coppia che si è detta disturbata, poi, non era certo l’unica eterosessuale. Altri 200 clienti eterosessuali erano a bordo di Revuelta esattamente come loro, ma chissà perché solo loro hanno accusato disagio».
Il risarcimento degli artisti – Per questo anche gli artisti che si
sono esibiti durante il viaggio sono decisi a chiedere la loro parte di risarcimento. Il conduttore televisivo Fabio Canino, insieme alle drag queen Regina Miami (Nunzio Sardella), Cesira (Eraldo Moretto), e il performer Paolo Tuci, chiederanno rispettivamente un risarcimento di 100 mila euro il primo e 50 mila gli altri. «Io non faccio spettacoli hard, anche perché non me lo posso permettere», dice scherzosamente Fabio Canino. «Se a bordo ci fossero state delle suore di clausura quella coppia avrebbe denunciato la compagnia per non averli avvertiti della loro presenza?». «Sono stufo dell’ignoranza delle persone. L’ignoranza si paga e questa volta sono deciso a farla pagare cara».
La campagna contro l’omofobia – Si tratta della prima causa
civile intentata in Italia per omofobia «per questo e alla luce della recente bocciatura della Camera della legge Concia, il ricavato verrà impiegato per la realizzazione di una campagna anti-omofobia sui mass media», dicono artisti e organizzatori. «Quando si sente parlare di disagio per effusioni– aggiunge Fabio Canino –di effusioni “pur” fra persone dello stesso sesso. Francamente è troppo.»