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Ridotti a circa la metà gli emendamenti al DDL sulle Unioni Civili

Tra inammissibilità e ritiri si scende a circa 2000. Ma i tempi sareebbero comunque lunghi

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Nella seduta di ieri, il presidente della seconda Commissione del Senato, Francesco Nitto Palma, ha stabilito i criteri di inammissibilità degli emendamenti presentati al DDL sulle Unioni Civili. Questi criteri, insieme al fatto che alcune proposte di modifica sono state ritirare, ha quasi dimezzato il numero degli emendamenti da discutere e votare. Sono così stati cassati emendamenti come quelli in cui il senatore Giovanardi parlava di “amicizie civilmente rilevani” o in cui stabiliva che le unioni civili dovessero registrari davanti al sindaco di Roma, solo per fare due esempi.
“Siamo finalmente ad un punto di svolta: sono rimasti solo, si fa per dire solo, 2000 emendamenti circa – scrive la senatrice Monia Cirinnà sul suo sito -. La gran parte degli emendamenti colpiscono il titolo 1 (quello che istituisce le Unioni Civili, ndr), mentre quelli sul titolo 2 (che punta a regolare le convivenze, anche di coppie eterosessuali, ndr), sono quasi tutti soppressivi. Gli emendamenti del Pd sono pochissimi, mentre la grande massa degli ostruzionistici è di NCD e FI“.

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I TEMPI POTREBBERO RIMANERE LUNGHI

Avere dimezzato le modifiche da discutere e votare, però, non pare sufficiente a garantire tempi veloci.
“Il calendario non è semplice – continua -, poiché la commissione, se non saranno accolte le nostre richieste di sedute notturne, si riunisce normalmente solo 3 volte a settimana; poiché prima di votare gli emendamenti i firmatari possono fare dichiarazioni di voto, prevedo dei tempi lunghi. La mia speranza è di arrivare in aula del Senato per l’approvazione nella seconda metà di luglio”.
Il prossimo passo vedrà la senatrice Cirinnà come protagonista. Toccherà a lei, infatti, in quanto relatrice del testo, esprimere pareri sugli emendamenti “necessari ad orientare il voto della maggioranza che si è costituita in commissione , Pd + M5s + Sel + misto + socialisti, e che mi ha permesso di approvare nello scorso marzo il testo base”.
“Ovviamente – scrive Cirinnà – confido sul fatto che i senatori che hanno espresso tale voto restino tutti compatti nel respingere gli emendamenti negativi che tendono alla riduzione dei diritti per le coppie same sex, alla derubricazione dell’adozione del figlio del partner in affido, e alla soppressione del titolo 2″.

Vale la pena ricordare, a questo proposito, che è proprio di alcuni senatori del PD (Lepri, Fattorini, Del Barba, Scalia) l’emendamento che propone di sostituire le stepchild adoption con l’affido. E questo testo non è stato ritirato e non rientra tra quelli inammissibili, il che significa che sarà discusso e votato.
Rimane in discussione anche l’emendamento del senatore Sergio Lo Giudice che introduce un titolo 3 “Norme sulla responsabilità genitoriale” “unico vero modo per garantire completamente i figli delle famiglie arcobaleno”, come sottolinea la stessa Cirinnà.

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Ammesso che il testo passi nel migliore dei modi possibili dal voto dell’aula del Senato, dopo la commissione, dovrà poi superare l’esame della Camera.
“Se il ddl deve diventare legge in autunno – spiega la relatrice del testo -, come anche il governo ci chiede, dobbiamo blindare il testo che uscirà dal Senato e farlo approvare dalla Camera senza modifiche. Per questo è necessario ottenere, non solo all’interno del Pd, la massima condivisione possibile lavorando in modo “bicamerale” con tutti i colleghi interessati alla materia”.

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“SENTO UNA GRANDE RESPONSABILITÀ”

Infine, la senatrice spiega di sapere perfettamente che il suo è un testo “di fatto riduttivo e parzialmente discriminatorio”, rispetto alla vera parità che sarebbe data dall’estensione del matrimonio anche alle coppie omosessuali, cosa che la vedrebbe d’accordo.
“Le leggi sono strumenti spesso formali e freddi – conclude Cirinnà -, per questo sento su di me una grandissima responsabilità, quella di riuscire a rappresentare in Parlamento il grande lavoro ed il confronto sempre costruttivo fatto con le associazioni Lgbt (che la senatrice incontra costantemente per confrontarsi, ndr), e ancor di più l’immensa varietà di forme che l’amore e la famiglia possono avere, l’urgenza della vostra richiesta di libertà, la grandezza del vostro desiderio di uguaglianza, di inclusione, di rispetto”.