Roma: ancora un’altra vittima omosessuale - VialedelVaticano - Gay.it Archivio

Roma: ancora un’altra vittima omosessuale

Strangolato a due passi dal Vaticano con un filo elettrico. L’ennesimo delitto, probabilmente a scopo di rapina, ai danni di un gay nella capitale.

ROMA – Ancora un omosessuale ucciso nella capitale, probabilmente a scopo di rapina. Sergio Aru Tosio, 39enne di origine sarda, è stato trovato cadavere nel suo appartamento in Viale del Vaticano. Aveva le mani e i piedi legati col filo della ricarica del cellulare. Secondo le indagini svolte dalla squadra mobile diretta da Alberto Intini potrebbe trattarsi di un delitto a scopo di rapina, sebbene nessuna ipotesi venga al momento esclusa. A dare l’allarme sono stati degli amici, preoccupati perché non riuscivano più a mettersi in contatto con lui, il cellulare spento e il telefono di casa che squillava sempre a vuoto. Dai primi accertamenti degli esperti della scientifica sembra che sulla porta d’ingresso non fossero presenti segni di scasso e dall’appartamento è stato comunque prelevato del materiale vario che potrà servire nella ricerca di tracce biologiche che possano aiutare a identificare l’assassino. Gli inquirenti stanno anche cercando di ricostruire le ultime ore di vita della vittima, discendente di una famiglia d’imprenditori e con alle spalle esperienze di attore sia sullo schermo che a teatro. L’omicidio di Sergio Aru Tosio allunga ancora la già lunga lista di omosessuali uccisi nella capitale nell’ultimo decennio, una lista che conta già almeno 34 casi, l’ultimo dei quali accaduto appena una decina di giorni fa, quando il cadavere di un anziano fu ritrovato in un albergo di Ostia, vicenda per la quale sono stati arresti due rumeni.
L’Arcigay romana, per voce del presidente Fabrizio Marrazzo, rilancia l’allarme sull’inquietante fenomeno dei delitti a sfondo omofobo: «Dobbiamo riflettere su quest’orrenda fine.» dice Marrazzo, «Non possiamo ignorare che Sergio è stato torturato e ucciso per un atto di omofobia. In molti casi essere gay significa essere costretti ad isolarsi per non sentirsi continuamente giudicati dalla società che non ci capisce e ci lascia soli, ciò porta alcuni a cercare compagnia dalla prima persona che si mostra amica, e spesso tale amicizia sono mirate non solo a derubare la persona, ma anche a dare sfogo all’omofobia dell’assassino». Arcigay ricorda che è attiva la Gay Help Line al telefono verde numero 800 713 713 alla quale poter comunicare eventuali situazioni di disagio. Marrazzo conclude augurandosi un maggiore impegno delle istituzione nel combattere il fenomeno dell’odio verso le persone non eterosessuali e chiede «al Comune di Roma di rinnovare con maggiore incisività l’impegno per la GayHelpLine, anche con interventi nelle scuole ed alla Regione Lazio di iniziare una campagna contro l’omofobia in tutta la regione, come da noi già più volte richiesto alla segreteria della Presidenza e all’Assessore alle Pari Opportunità della Regione.» (RT)