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Roma Gay Pride: ridicola polemica da AN

Presentato il nuovo Gay Pride della capitale, che si terrà il 24 giugno. Marchi (AN): corteo folcloristico, si rispetti la sensibilità dei cristiani.

ROMA – È fissata quest’anno per sabato 24 giugno la manifestazione della capitale per il riconoscimento di pari diritti e fine delle discriminazioni per le persone LGBT, lesbiche gay transgender e bisessuali, il cui slogan quest’anno sarà “Di tutto, di più”. L’inizio del corteo è previsto per le ore 17 da piazza della Repubblica, proseguirà poi lungo via Einaudi, via Cavour, largo Ricci, via dei Fori Imperiali per concludersi all’Arco di Costantino. Il presidente dell’Arcigay capitolina Fabrizio Marrazzo, ha detto che il «Pacs resta la nostra priorità, ma resta ferma anche la richiesta di una legge contro le discriminazioni delle persone omosessuali. Al governo Prodi chiediamo un impegno a tutto campo per affermare i diritti della comunità omosessuale.» Sul perché di eventi come questo Marrazzo ha ribadito «il pregiudizio si combatte anche mettendo sotto la lente d’ingrandimento gli stereotipi. La visibilità resta un obiettivo importantissimo per le lesbiche e i gay italiani», constatando che «Dal primo Gay Pride del 1994 a oggi la condizione degli omosessuali italiani è migliorata, almeno in termini di vivibilità. Bisogna ricordare però che ci sono paesi in cui i diritti delle lesbiche e dei gay sono negati e calpestati. Il 27 maggio scorso il sindaco di Mosca ha vietato lo svolgimento del primo Gay Pride russo e gli organizzatori della manifestazione sono stati arrestati e malmenati. Di fronte allo sgomento e all’impotenza dei governi la comunità omosessuale di tutto il mondo ha il dovere di manifestare solidarietà ai gay russi.»
Poca solidarietà e zero comprensione invece è venuta da parte di Sergio Marchi, capogruppo uscente di AN in Campidoglio, che ha manifestato il suo disappunto: «Siamo contrari ad ogni forma di spettacolarizzazione del Gay pride, l’evento folcloristico che si ripete puntualmente ogni anno per le strade della nostra città, che non solo offende il buon gusto della collettività ma non è neanche utile alla causa di chi rivendica i propri diritti di omosessuale.» Marchi ha aggiunto che «in democrazia ognuno è libero di esprimere le proprie idee ma manifestare il proprio orgoglio gay in folcloristici cortei non aiuta di certo ad eliminare le forme di discriminazioni e i pregiudizi, rischia solo di diventare una nuova moda. Bisogna ricordare infine che Roma è la capitale della cristianità nel mondo e prima di autorizzare cortei che offendono la sensibilità di chi crede nei valori cristiani bisognerebbe tenerne conto.»
Al cristianissimo Marchi, evidentemente poco tollerante nei confronti di chi è diverso da lui, risponde Enzo Foschi, consigliere della regione Lazio, che ha commentato: «La polemica innestata da Marchi è datata, ridicola e criminalizzante. Il Gay Pride non è un evento folcloristico ma una giornata di visibilità e di orgoglio per le persone omosessuali, utile a portare alla luce i pregiudizi che colpiscono ancora oggi i gay e a farsi conoscere dai cittadini romani”. Il consigliere regionale annuncia che parteciperà al corteo «e spero che saremo in tanti a manifestare contro le discriminazioni al popolo omosessuale, che come dimostra l’esternazione dell’esponente di centrodestra sono ancora vive dimostrandogli concretamente la nostra solidarietà. Il Gay Pride» ha concluso Foschi «ha motivo di esistere finché non saranno riconosciuti i diritti degli omosessuali.» Appare del tutto evidente che finché ci saranno politici che suggeriscono che i cortei organizzati dalla minoranza LGBT non andrebbero autorizzati perché taluni cristiani potrebbero risentirsi, di questo tipo di manifestazioni continua a esserci un gran bisogno. (RT)