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ROMA PRIDE PER L’UNITÀ GLBT

Il Mario Mieli lancia la manifestazione del 3 luglio nella capitale. E chiede alle componenti del movimento di iniziare un percorso unitario. Ce ne parla la presidente Rossana Praitano.

ROMA – Parte il Pride di Roma, in programma per il prossimo 3 luglio, e con esso si delinea un percorso verso l’unità del movimento glbt nazionale. La manifestazione nella capitale, divenuta orami un appuntamento fisso dal 2000, sarà l’occasione, oltre che per portare le rivendicazioni del mondo gay, lesbico transessuale nella città in cui ha sede il governo nazionale, anche per creare una occasione di confronto tra le varie anime del movimento italiano in vista della definizione di un percorso unitario.
Il Roma Pride 2004 è organizzato come sempre dal Circolo Mario Mieli, che era anche presente alla sfilata di Grosseto così come a quella milanese; durante la manifestazione conclusiva del Toscana Pride abbiamo incontrato Rossana Praitano, presidente del Mario Mieli.
Rossana, come è andato questo Pride a Grosseto?

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La riuscita della manifestazione toscana ci rende felici come circolo e me personalmente. Ora l’appuntamento è per il 3 luglio a Roma, per un Pride unitario. Essere a Roma è importante perché Roma è la sede del Governo, e la sede del Papato; è il luogo centrale dove portare le nostre rivendicazioni e dove fare sentire la nostra forza. I politici devono rendersi conto che siamo uniti e forti. Lo abbiamo dimostrato alle elezioni, dove i candidati glbt o sostenuti dal movimento hanno ottenuto un ottimo risultato.
Tu hai inviato nelle scorse settimane a tutte le associazioni glbt italiane un documento, in cui tracci un disegno poco confortante degli ultimi dieci anni delle rivendicazioni del movimento, cioè da quel 1994 in cui fu organizzato il primo Pride a Roma, cui partecipò anche l’allora sindaco della Capitale Francesco Rutelli ora leader di un disattento centro-sinistra, e in cui a Strasburgo l’Unione Europea approvava una risoluzione sulla parità per i cittadini omosessuali rimasta poi sulla carta. Una situazione amarezza che non ferma le lotte. Anzi, sulla base di questo desiderio imperterrito, il Mario Mieli invita tutte le realtà nazionali a manifestare a Roma per un Pride unitario.
Vorremmo raccogliere tutte le anime del movimento, Arcigay, i circoli locali, il movimento antagonista, per cominciare a capire in che direzione muoverci tutti insieme. Il manifesto politico della manifestazione sarà sintetico: “Vogliamo le unioni civili”. Da qui partiamo per una riflessione comune.
In effetti, il tema delle unioni civili, pur costituendo il nucleo centrale delle rivendicazioni del movimento italiano in questo momento storico, costituisce anche per alcuni una sorta di ripiego, rispetto all’aspettativa legata a una completa parità in tutti i settori della cittadinanza.

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Comprendiamo benissimo questa posizione. Il Mario Mieli è storicamente schierato per la totale parità, e si batte da sempre anche per altri diritti, oltre alle unioni civili come la piccola soluzione per le trans. Però ci vogliono richieste secche; le unioni civili ora sono una priorità, non sono la priorità. E Roma è il posto migliore dove portare le nostre richieste, in perfetta unità.
A questo proposito, ci sono state realtà che non hanno aderito al vostro invito?
Da GayLib ad Arcigay, dagli antagonisti alla CGIL, hanno aderito quasi tutti. L’unico no secco che è giunto finora è stato quello di Imma Battaglia di Di’ Gay Project. Alcuni hanno aderito in maniera critica, comprensibilmente, proprio sottolineando la necessità di non fossilizzarsi sul tema delle unioni civili. Credo che sia giustissimo avere dei motivi di perplessità, ma negare l’utilità del Pride, o boicottarlo, significa andare a cena con il nemico. Non dobbiamo porgere il destro alle destre: il Pride a Roma è sempre stato affollato, ora è il momento per considerarlo l’inizio di un percorso. La risposta è ottima anche da Arcigay.
Alcuni omosessuali affermano che non c’è più bisogno del Pride, che sarebbe meglio cercare di individuare nuovi modi di fare politica gay…
Io rispondo che la gente che c’è qui a Grosseto dimostra il contrario. Ho sentito un consigliere comunale di Roma dire che non riesce a capire queste ostentazioni. Io spero che ci siano sempre più ostentazioni, che si abbia sempre più voglia di dire chi siamo e cosa vogliamo.
Quali saranno le azioni per creare questa unità?
Abbiamo proposto di fare una tavola rotonda il giorno prima del Pride, venerdì 2 luglio, per iniziare a delineare un percorso comune. Sarà un’occasione per capire ad esempio quale posizione assumere collegialmente rispetto alla rivendicazione del riconoscimento delle unioni civili, o quali tematiche mettere al centro di un tragitto rivendicativo collettivo.

Insieme con il programma politico, il Pride di Roma propone anche un luogo di intrattenimento: per il secondo anno, in occasione del Pride, sulle rive del Tevere sboccia Laltrasponda, un’area di esposizione, cultura, spettacoli e aggregazione completamente gratuita, ricca di stand espositivi, di associazioni glbt romane, di associazioni da sempre vicine alla causa (Peta – Animalisti Italiani, Amnesty International, Forum Sociali), eventi culturali, (teatro, cinema, mostre, editoria, dibattiti, conferenze), di spettacolo (concerti, cabaret, shows), di socializzazione (panchine, aree tavoli), musica (live di artisti celebri ed emergenti, jazz session, lounge, sessioni di archi), aree ristoro, discoteca.
Laltrasponda aprirà i battenti domani, sabato 26 giugno, alle ore 21. Evento di apertura, il concerto di Nicky Nicolai, una delle artiste attuali più raffinate e di sicuro successo, che proporrà il suo album d’esordio “Tutto passa” insieme a guest d’eccezione del calibro di Niccolò Fabi, Stefano Di Battista e Gegè Telesforo. Il resto del programma de Laltrasponda su www.romapride.it.