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Roma: primo trapianto su un sieropositivo

"E’ il segno di un effettivo passo avanti dell’Italia". Cosi’ il chirurgo Ignazio Marino, dopo l’esecuzione del primo trapianto di fegato su di un malato positivo al virus dell’Aids.

ROMA – "E’ il segno di un effettivo passo avanti dell’Italia in questo settore". Cosi’ il chirurgo Ignazio Marino, componente del Centro nazionale Trapianti ha commentato l’esecuzione del primo trapianto di fegato su di un malato sieropositivo al virus dell’Aids effettuato a Roma.

"Il dato importante e’ che il paziente stia bene e che sia stato inserito in un protocollo clinico messo a punto recentemente proprio per questa categoria di malati", ha aggiunto Marino, che nel luglio del 2001 aveva eseguito il primo trapianto di rene in un paziente sieropositivo.

"Sono serviti mesi di lavoro – ha spiegato Marino, che ha lasciato la direzione dell’Ismett un all’inizio del mese – per arrivare alla stesura del documento che stabilisce le regole ed anche i limiti nell’accesso al trapianto per le persone sieropositive. Si tratta di un protocollo rigido che permettera’ anche la raccolta dei dati sugli interventi eseguiti e sui risultati nel medio e lungo periodo. In questo modo sara’ possibile un monitoraggio constante volto a verificare l’efficacia del trapianto e le eventuali difficolta’, soprattutto in relazione alla complessa terapia farmacologica post trapianto. Personalmente – ha concluso – non nutro alcun dubbio sui risultati che si avranno in termini di sopravvivenza e di qualit… di vita dei pazienti. Anche i dati piu’ recenti, presentati un mese fa in un Congresso a Miami dai maggiori esperti di trapianti del mondo, confermano che non esistono differenze significative dopo un trapianto di fegato o di rene tra pazienti sieropositivi e sieoronegativi. Attualmente nel nostro paese solo tre centri accettano di inserire in lista d’attesa i sieropositivi, mi auguro che limportante risultato annunciato oggi possa far scomparire eventuali esitazioni e che presto i centri trapianto in Italia offrano tutti, in maniera omogenea, le stesse opportunita’ terapeutiche".