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Roma: striscione omofobo di Forza Nuova, rimosso dal comune

Dopo la segnalazione dell’assessore Prestipino sui social network, il comune lo ha rimosso. La frase omofoba scelta dal Levitico. A Milano spariti i lucchetti messi dalle coppie gay davanti al Comune.

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La segnalazione, in realtà, era stata fatta ieri, tra gli altri, anche da Alessio Sgherza su Repubblica, ma a scatenare il caso è stata la denuncia dell’assessore  alle Politiche del Turismo dello Sport e delle Politiche Giovanili della Provincia di Roma Sabina Prestipino che sui suoi profili Twitter e Facebook ha pubblicato la foto di quello striscione che proprio non era digeribile.
"Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna: è abominio", era il messaggio scelto da Forza Nuova citando la Bibbia, per la precisione il Levitico, per attaccare ancora una volta la comunità lgbt, a pochi giorni dalle aggressioni avvenute proprio nella Capitale.
E l’Ufficio decoro del Comune di Roma per fortuna ha risposto immediatamente rimuovendo lo striscione omofobo affisso in Viale Avignone, all’Eur. 

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"Io ancora questa robaccia nazifascia e omofoba sotto casa mia non la voglio. Lo strappiamo?" aveva scritto Prestipino su Twitter e poco dopo il Campidoglio ha fatto sapere in una nota che "il Gabinetto del Sindaco, non appena l’assessore provinciale Patrizia Prestipino ha pubblicato sulla sua pagina Facebook la foto del manifesto omofobo a firma FN che cita una frase del Levitico, ha immediatamente disposto la rimozione dello stesso".
Non è il primo episodio di omofobia che si registra in questo periodo nella Capitale, e sono in molti a denunciare un clima di tensione, nonostante una nota guida internazionale abbia definito Roma come capitale gay. Prima dello striscione di Forza Nuova, infatti, si erano verificate diverse aggressioni, la più nota quella ai danni dell’attivista Guido Allegrezza.

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E mentre a Roma si tolgono gli striscioni omofobi, a Milano ci si chiede che fine abbia fatto la catena con i catenacci messi di fronte a Palazzo Marino circa un mese fa, in occasione del ricordo dei matrimoni civili omosessuali celebrati da Paolo Hutter nel 1992. Perché oggi quella catena e quei catenacci, simbolo dei diritti negati alle coppie gay, sono spariti, proprio mentre nel palazzo si discute del Registro per le Unioni Civili. Strana coincidenza, afferma Arcigay.  "Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ne aveva promesso l’apertura "insieme" quando fosse stata approvata una legge nazionale" si legge in una nota dell’associazione.

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"Avevamo chiesto di essere contattati preventivamente alla rimozione nel caso fosse stata necessaria per manutenzione – spiega il presidente Marco Mori -, ma non ci è giunta nessuna segnalazione dal Comune. Vogliamo capire se si tratta di un errore o dell’azione di anonimi". "Il clima politico in questi giorni cambia repentinamente – fa notare Mori -: un giorno sembra di respirare aria d’Europa, un altro l’incenso delle sacrestie. E una strana coincidenza quella di oggi. Mentre i capricci dei consiglieri cattolici del PD, Fanzago in testa, irrispettosi e crudeli nei confronti delle tante famiglie omosessuali tengono in ostaggio la maggioranza di Pisapia, viene fatto un torto alla comunita’ omosessuale"