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Russia: contro gay e lesbiche una violenza inaudita

L’allarme arriva da Human Rights Watch: la polizia non fa niente per proteggere i gay.

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Le violenze omofobe in Russia sono in continuo aumento e la polizia non fa niente per fermarle. È il quadro agghiacciante che emerge dal rapporto di Human Rights Watch. L’approvazione dell’ormai nota legge contro la “propaganda gay” ha segnato un punto di svolta in negativo per la comunità lgbt russa. Da allora, infatti, è stata un’escalation di violenze di ogni genere a danno delle persone gay, lesbiche, bisessuali e trans che vivono in Russia.
Per redigere il suo rapporto, HRW ha intervistato decine di attivisti e di comuni cittadini lgbt di 16 città russe, tutte vittime di attacchi omofobi.
Rapimenti, pestaggi, umiliazioni verbali, rapine sono quotidianità. Le aggressioni avvengono ovunque (nella metro, nei bar, nei locali e persino durante i colloqui di lavoro) e spesso da parte di gruppi organizzati di violenti o addirittura dalle pattuglie di vigilantes.

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Tutti casi che HRW definisce “inconfondibilmente motivati da omofobia” e che “le autorità ignorano deliberatamente che si tratti di crimini di odio e non riescono a proteggere le vittime”.
Le tecniche di adescamento delle vittime, le abbiamo spesso raccontate su questo sito: passano dal fingersi gay per attirare giovani omosessuali contro i quali, poi, i gruppi di omofobi (spesso riconducibili all’estrema destra neonazista) si accaniscono con violenza inaudita. Le testimonianze raccolte da HRW sono raccapriccianti. “Ho sentito il sangue in bocca – racconta una delle vittime -, ma solo dopo mi sono accorto che mi avevano rotto la mascella in due punti. Mi hanno preso e portato in un cortile vuoto e mi hanno chiesto: ‘Come pensi di risolvere questa cosa? possiamo romperti le braccia e le gambe, o…’. Ho capito che volevano soldi… Prima di lasciarmi andare, mi hanno chiesto: ‘Sai cosa hanno sempre fatto i russi con i gay? Li hanno impalati!’“. Molte di queste violenze, sono state filmate e i video pubblicati su internet, come dei trofei. I racconti di chi ha subito violenze coinvolgono anche il disinteresse della polizia, specialmente in occasioni pubbliche. Nel report si riferiscono anche i fatti accaduti durante le manifestazioni degli scorsi anni in cui gruppi di estremisti di destra hanno attaccato i manifestanti lgbt sotto gli occhi indifferenti delle forze dell’ordine.

Una situazione che fa sì che buona parte delle vittime non denunci, per timore di subire ulteriori violenze una volta che si trova ad avere a che fare con la polizia. HRW ha intervistato 78 vittime, di cui 22 non hanno sporto denuncia. E anche coloro che l’hanno fatto, raccontano che si tratta di una perdita di tempo, perché le forze dell’ordine non fanno partire indagini su reati di omofobia. Un grido di allarme, quello del report dell’associazione umanitaria, che si chiude con una considerazione che dovrebbe sollevare lo sdegno della comunità internazionale. “Le forze dell’ordine russe hanno gli strumenti per perseguire la violenza omofoba, ma non hanno la volontà di farlo – spiega il rapporto – l’incapacità di fermare e punire la violenza espone, di fatto, le persone LGBT e i loro sostenitori ad ulteriori rischi”.

Qui potete leggere il report completo di HRW