Sacramenti a gay, in quattro pronti a obiezione di coscienza - betori coppieBASE - Gay.it Archivio

Sacramenti a gay, in quattro pronti a obiezione di coscienza

Tre preti e una suora scrivono al loro cardinale: pronti all’obiezione di coscienza sul divieto di sacramento alle persone omosessuali. “La Chiesa e il Papa devono ascoltare la base dei fedeli”.

Sacramenti a gay, in quattro pronti a obiezione di coscienza - betorif1 - Gay.it Archivio

Si leva la voce dai pulpiti di quattro tre preti e una suora toscani contro l’ordine dei superiori di non dare i sacramenti alle persone omosessuali. "La Bibbia non legittima né condanna le relazioni omosessuali così come siamo giunti a comprenderle oggi", scrivono don Fabio Masi, don Alessandro Santoro, don Giacomo Stinghi e suor Stefania Baldini in una lettera indirizzata all’arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori (in foto).

Nella missiva pubblicata dal settimanale Toscana Oggi, i quattro si dicono pronti anche all’obiezione di coscienza, se dovesse rendersi necessario. L’iniziativa segue una precedene lettera inviata dagli stessi ecclesiastici a Betori su come la chiesa trattava gay e lesbiche. In quella occasione, Betori rispose che "l’attenzione alle condizioni delle persone non può mai portare a un travisamento della verità, nel nostro caso quella che attiene alla visione antropologica proposta dalla rivelazione".

Sacramenti a gay, in quattro pronti a obiezione di coscienza - betori coppieF1 - Gay.it Archivio

Nel nuovo testo inviato al loro superiore, si chiedono se questi "sono problemi di competenza esclusiva dei capi della Chiesa o se questi devono essere aperti alla riflessione di tutto il popolo cristiano", soprattutto "dopo il Concilio". "Noi siamo del parere – scrivono – che lasciare sulle spalle dei soli vescovi e del Papa il ‘discernimento dei segni dei tempi’, vuol dire non amarli e mancare a un nostro preciso dovere e a una nostra precisa responsabilità".

Infine, si dicono in disaccordo sulla "confusione" che secondo Betori potrebbe generarsi dal mancato rispetto dell’attuale disciplina sull’accesso ai Sacramenti da parte degli omosessuali. Loro non vogliono fare "un aggiustamento di comodo", ma dicono di essere pronti a "porsi in ‘obiezione di coscienza’ di fronte a quelle norme, con lo scopo di spingere tutti a riconsiderare quella realtà, allargandone la riflessione".