Non c’è solo il cognome a tradire le sue origini sarde. Sara Piludo ha capelli e occhi nerissimi che le danno un’area veramente mediterranea. Ieri sera, al Mamamia di Torre del Lago, quei tratti hanno incantato il pubblico e la giuria del concorso Miss Gaya facendole conquistare la fascia di reginetta lesbo 2008.
Come ogni concorso che si rispetti è stata l’amica a convincerla a partecipare. «Ha insistito perché mi iscrivessi – dice – ma non mi reputo una grande bellezza. C’era chi meritava la vittoria più di me». 19 anni a settembre Sara lavora in una piadineria della sua città, Lucca, dove vive con la madre e il fratello. Solo gli amici, però, sanno che è lesbica. «I miei genitori sono separati e mia madre e mio fratello hanno saputo che ho avuto una storia con una ragazza, nulla di più. Lui non l’ha presa bene. Lei non affronta il discorso.» «Questa notte però sono tornata a casa e l’ho svegliata. Ero entusiasta, le ho fatto vedere la fascia ma lei era assonnata non credo abbia capito.» Oggi è un altro giorno. Sara come si è svegliata? «Bene. Non ci credo ancora. Non so perché ho vinto io.» Tempo per il coming out ce ne sarà.
È single ma sogna un giorno di potersi sposare con la sua compagna e di avere un bambino insieme. Il tempo libero – poco, specifica – lo passa con le amiche con le quali condivide la passione per la musica House. Con una di loro prima era collega di lavoro. «È stata lei un giorno a iniziare il discorso. Ho capito che ero lesbica». Niente programmi per le ferie «decido sempre tutto all’ultimo, come la partecipazione al concorso».
Se potessi, cosa cambieresti dell’Italia? «Vorrei scomparisse la discriminazione», gli fa dire l’ingenuità dei 18 anni. Sara è autentica. Come quando le chiediamo se ha un sogno nel cassetto: «Non ho mai visto i miei genitori sposati. Hanno divorziato quando avevo tre anni. Vorrei tanto si rimettessero insieme». In barba a chi la accuserebbe di voler distruggere i valori della famiglia tradizionale.
di Daniele Nardini