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SBATTI LE CHAT GAY SULLA PAGINA

Un libro di Maurizio palomba e Giuseppe Martino su Internet e la comunicazione on-line attraverso la lente d’ingrandimento di psicologi e studiosi di comunicazione. Con un po’ di banalità e una buffa selezione di conversazioni in rete.

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In una probabile graduatoria di iniziatici della comunicazione così detta “virtuale”, sicuramente i gay occupano le posizioni più alte. Era pertanto inevitabile che prima o poi ci si sarebbe occupati della comunicazione on-line all’interno della comunità gay e della natura dei “legami virtuali” che si stabiliscono nelle chat. E’ così in libreria il primo libro sull’argomento: Chat to Chat di Maurizio Palomba e Giuseppe Martino (Edizioni Kappa, pp.170, L.15.000).

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Il libro si divide in due parti, che segnano anche un evidente e quanto mai provvidenziale cambio di registro.

Se le prime cinquantotto pagine sono dedicate interamente agli aspetti psicologici e psicosociali della comunicazione on-line, fornendo una ricca , ma il più delle volte faziosa, serie di citazioni e riferimenti di illustri studiosi sul tema, è dalla seconda metà del libro che in fondo la lettura si fa più interessante e originale.

Non è un rifiuto pregiudiziale verso il tentativo di ridurre a paradigma ogni comportamento umano, ma è la banalità e l’ovvietà di certe conclusioni che un po’ sconcertano. Forse qualcuno, gay e non, non si è ancora reso conto che nella vita non è il mezzo ad essere sbagliato ma l’abuso che se ne fa? Che Internet ha ampliato il nostro spettro di relazioni? Che l’anonimato offerto da Internet ci svincola da condizionamenti sociali e culturali liberando le nostre pulsioni più profonde? Che il rischio è quello di non vivere più la propria realtà quotidiana, di identificare il reale col virtuale? Bene, è questa la tesi di fondo della prima parte del libro.

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Più originale e curiosa risulta la seconda parte, tratta quasi interamente dalla tesi di Martino Internet e contatti interpersonali.

Differenza tra le chat gay e quelle etero, consigli sul come riconoscere lo stress da computer, i programmi più noti e i servizi che utilizzano la chat, esempi di siti e loro funzionamento sono i temi che si affrontano. Sono anche riportati un opportuno elenco di siti per chattare e alcune considerazioni di alcuni chatter ,che esprimono la loro opinione e la propria esperienza personale sull’universo delle chat.

Come appendice (settanta pagine) la trascrizione di alcune conversazioni in rete. Curioso il criterio di selezione e la scelta delle chattate da evidenziare. Leziose e quasi del tutto prive di riferimenti sessuali, in uno stile più da romanzetto rosa che da ansiosi e frenetici contatti in rete come se la maggior parte dei gay che chattano fossero tutti spinti da amicizia e amore. Sembrano più il frutto di una operazione di editing che la trascrizione fedele di conversazioni on-line.
Capisco la difficoltà di rendere leggibili trascrizioni che stravolgono il nostro lessico quotidiano, che seguono regole proprie che poco si prestano a letture salottiere, ma è pur vero che è proprio questo l’aspetto più interessante e rivoluzionario delle chat. La chat esiste in se stessa e ogni tentativo di incasellare il chatter in rigidi e anacronistici codici comportamentali risulta riduttivo e sbagliato. Abbreviazioni e parole chiavi, frasi concise e dirette, se da un lato mostrano il pericolo di un impoverimento del linguaggio e di aridità nei rapporti interpersonali ,dall’altro sono il segno di una creatività ritrovata, di una fantasia ,anche erotica non più sopita, di una consapevolezza piena dei propri desideri.

Piuttosto che continuare ad analizzare i nostri comportamenti sempre e solo da un punto di vista terapeutico, considerando come normalità la patologia , sarebbe auspicabile occuparsi di quanti usano la chat come nuovo ludico strumento di comunicazione. Si scoprirebbero forse nuove verità.

di Rocco Messere