Scalfarotto e il conflitto di interessi di Franco Grillini - F10Scalfarotto - Gay.it Archivio

Scalfarotto e il conflitto di interessi di Franco Grillini

Omofobia, la lettera di risposta di Ivan Scalfarotto a Franco Grillini: “Il tuo conflitto di interessi è stato il vulnus della tua politica”

Caro Franco,

Credimi, non c’è nulla di personale nella mia posizione: al contrario, il tuo coraggio nell’esporti e diventare un’icona delle battaglie omosessuali in Italia in anni in cui non esisteva nulla se non lo stigma contro di noi, è merito per il quale bisognerebbe farti un monumento. Detto questo, è veramente difficile reprimere la sorpresa e un minimo di sarcasmo oggi che ti leggo rispondere a un giornalista, riferendoti a me e al mio partito, che “…il minimalismo è una strategia che ha avuto un esito DI-SA-STRO-SO, e voglio che lo scrivi con i trattini fra le sillabe”.

Scalfarotto e il conflitto di interessi di Franco Grillini - scalfarottoF1 - Gay.it Archivio

Questo è un paese nel quale la politica ci ha abituati a sostenere tutto e il contrario di tutto a giorni alterni. Tuttavia io credo che oggi, che come responsabile dei diritti civili dell’Italia dei Valori sponsorizzi una linea politica che strumentalmente distrugge il lavoro di tessitura che con pazienza certosina Paola Concia ha fatto in un parlamento dominato dalle destre, non si possa dimenticare cosa dichiaravi tu da deputato quando al governo c’eravamo noi e avremmo dovuto approfittare (allora sì!) di quel momento favorevole per ottenere finalmente i nostri diritti come nel resto d’Europa.

Un paio di esempi per tutti. Lettera a L’Unità del 1° settembre 2006: “…Proprio perché conosciamo l’arretratezza di gran parte della classe politica e non cerchiamo prove di forza, ma ci interessa invece fare ogni giorno un passo avanti, magari piccolo ma chiaro, nella direzione di un’Italia più civile, noi abbiamo proposto una terza soluzione ancor più moderata, la più moderata fra quelle adottate dai paesi che hanno legiferato in materia.” Intervista al Corriere della Sera del 14 marzo 2007, con un bel titolone, “Grillini: noi gay non chiediamo matrimoni né adozioni”: “«Francamente non capisco perché nell’ Unione ci si debba scontrare su un tema che non esiste come quello del diritto di adozione da parte delle coppie omosessuali». Chi parla non è un teodem né il ministro ex democristiano Clemente Mastella ma Franco Grillini, deputato Ds e leader storico dell’ Arcigay, punto di riferimento storico di qualsiasi battaglia omosessuale legata al costume italiano. In che senso «il tema non esiste», Grillini? «Vede, la vera politica è l’ arte del possibile, cioè di battersi per ciò che è veramente raggiungibile. Dunque non comprendo perché si debba ficcare la testa nel cappio per un argomento come minimo non maturo»”.

Scalfarotto e il conflitto di interessi di Franco Grillini - scalfarottoF2 - Gay.it Archivio

Il problema ora non è che tu fossi prudente, anzi prudentissimo, come deputato. Il problema era che la tua strategia “minimalista” si innestava dentro a un profondo conflitto di interessi che io credo sia stato il vulnus della tua politica ieri da “pompiere” come oggi da “incendiario”. In quanto presidente onorario di Arcigay e al tempo stesso parlamentare della Repubblica i titoli delle tue interviste rappresentavano all’opinione pubblica una situazione completamente distorta ed ingannevole. “Noi gay non chiediamo i matrimoni o le adozioni”. Sbagliato, caro Franco, perché alcuni gay volevano sia gli uni che le altre. L’unica cosa che avresti allora potuto legittimamente dire nel tuo ruolo di parlamentare era: “Noi DS (non “Noi gay”) non vogliamo i matrimoni e le adozioni per i gay”, mentre come presidente onorario di Arcigay mi sarei aspettato che dicessi: “Noi gay pretendiamo i matrimoni e le adozioni, perché siamo cittadini come gli altri”. Invece questa doppia fedeltà comportava che il tuo ruolo di parlamentare, come tale legato alle politiche e alle posizioni di un partito, valesse nella percezione della pubblica opinione come una rinuncia collettiva ai propri diritti da parte degli omosessuali italiani che passavano così per coloro che non aspiravano all’uguaglianza. Che infatti, guarda caso, non hanno mai ottenuto. E vogliamo far credere allora che sia tutta colpa della Chiesa Cattolica?

A questo errore epocale, che ha privato per di più il movimento gay italiano dei denti necessari ad azzannare le parti politiche di ogni colore (se il presidente onorario di Arcigay è deputato di uno schieramento come si fa a trattare credibilmente con l’altro schieramento quando il presidente onorario di Arcigay è parte integrante dell’opposizione? Tratta da rappresentante dei gay o come rappresentante dell’opposizione?) oggi ne aggiungi un altro, di uguale gravità.

Scalfarotto e il conflitto di interessi di Franco Grillini - scalfarottoF3 - Gay.it Archivio

Perché, vedi, la tua tardiva conversione al massimalismo accade con modalità radicalmente errate, nel metodo e nella sostanza. L’Onorevole Concia ha provato ogni strada, in questa legislatura dominata dalle destre, per portare a casa diritti per le persone GLBT. A partire dall’estensione della legge Mancino di cui ora vi ricordate anche voi. Paola ha tessuto rapporti, ha tastato il terreno, ha provato a portarsi dietro il suo partito e la maggioranza, ha provato a portarsi dietro anche l’IdV che ha brillato per la sua assenza: uno sforzo testimoniato dal fatto che la presidente della Commissione Giustizia, Giulia Buongiorno, l’ha nominata per due volte relatrice del provvedimento. Paola ha fatto questo al di là delle sue opinioni personali e – al contrario di quanto accadeva nel tuo caso – senza la pretesa di rappresentare tutti i gay italiani, anzi: sottoponendosi al giudizio, anche molto critico come in questo caso, delle associazioni GLBT. Si può essere d’accordo o in diasccordo con lei, ma Paola ha provato comunque oggettivamente ad allargare la sfera dei diritti gay in Italia, assumendo su di sé la responsabilità delle sue scelte politiche e non riflettendole sulla nostra comunità nella sua interezza.

Già, perché una cosa è la politica, una cosa è il movimento. Il problema è che tu che bagnavi le polveri al movimento quando parlavi a suo nome essendo deputato, e oggi che sei un politico bagni le polveri alla politica mettendo a rischio la legge sull’aggravante omofobica che potrebbe essere approvata già in questa legislatura. Perché se è vero che la legge che voi proponete oggi è in via puramente teorica più avanzata della nostra (e infatti Paola Concia ha provato a farla approvare), è vero anche che con la nostra si può, trovando un’intesa possibile anche con la parte del centrodestra più attenta ai diritti civili che oggi esiste ed è visibile in Parlamento, proteggere finalmente le persone GLBT quanto meno dagli attacchi fisici motivati dall’omofobia.

Questo senza rinunciare ai nostri obiettivi, alti, difficili, ambiziosi. Provare a cambiare il paese, portarlo su posizioni europee, fare in modo che nella prossima legislatura si possano approvare davvero leggi di livello internazionale: matrimonio, adozione, uguaglianza. Quello che (finalmente!) oggi Arcigay chiede a gran voce insieme a tutte le lesbiche e i gay italiani. Obiettivi che sono miei da quando mi sono affacciato alla politica, cinque anni fa, e rientravo da un paese nel quale ero cittadino a diritti pieni verso il mio paese nel quale nemmeno l’Arcigay e il suo presidente onorario che sedeva in Parlamento chiedevano diritti pieni per me.

Facciamolo pure questo dibattito a cui mi inviti. Chissà che non riusciamo a trovare il bandolo della matassa e a capire un po’ meglio le ragioni per cui l’Italia è l’unico paese in cui – dopo tutto questo lavoro e tutto questo tempo – i gay, le lesbiche e le persone trans non contano ancora proprio niente.

Un saluto, credimi, affettuoso.
Ivan