Ha inaugurato oggi il primo congresso del suo Movimento di Responsabilità Nazionale, che si appresta a diventare partito, e l’ha fatto in grande stile, Domenico Scilipoti, che ha voluto fanfare e modelle ad attenderlo all’ingresso dell’Auditorium del Massimo, all’Eur. E tra un’ovazione e l’altra, prima dell’arrivo di Berlusconi giunto a rendere un doveroso omaggio a chi quasi un anno fa ha impedito con il suo voto che passasse la sfiducia al governo, Scilipoti lancia le linee programmatiche del nuovo partito.
In realtà, basterebbe leggere lo slogan per fugare tutti i dubbi: "Cristianità, patria e famiglia", un’associazione di parole che richiama alla mente motti del passato tristemente noti. Ma per evitare fraintendimenti Domenico Scilipoti ha tenuto a precisare come lui, e cosenguentemente il suo movimento, la pensa sulle famiglie e sulle coppie di fatto gay. "Che spiegazione posso dare a mio figlio se vede in Tv un uomo che parla di famiglia e convive con un altro uomo – dice alla platea di fan e militanti, come se ponesse loro una domanda retorica -? Come fa a procreare una coppia di fatto, tra due persone dello stesso sesso? Chi parla di famiglia – conclude – deve capire che una famiglia è fatta da un uomo e una donna. Non posso dire a mio figlio che quella è una famiglia, non lo capirebbe".
"Il fondatore del Movimento di Responsabilità Nazionale ha personali difficoltà a spiegare l’affettività tra persone omosessuali o lesbiche – risponde con una nota il presidente di Arcigay Paolo Patané – e dà voce a pregiudizi ormai ampiamente superati dalla maggioranza degli italiani".
"E’ evidente a tutti, che i diritti civili lgbt sono un parametro indispensabile per valutare la capacità riformista di una forza politica e coalizione di governo – continua Patané -. Queste dichiarazioni che rifiutano gli affetti di gay e lesbiche rappresentano il canto del cigno del progetto di un centro destra italiano che privo di idee, anche a forza di acquisti discount, è diventato clerico-fascista".