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Scoprono relazioni tra sacerdoti e li ricattano, due arresti

Due ragazzi scoprono alcune relazioni gay fra 12 sacerdoti e iniziano a ricattarli. Ottengono decine di migliaia di euro, ma grazie alla denuncia di un prete sono stati arrestati.

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Dopo aver scoperto alcune relazioni gay fra almeno 12 sacerdoti – che svolgono il loro ministero in Emilia-Romagna, Lazio, Molise, Puglia e Sicilia – due uomini li hanno ricattati ottenendo, con la promessa del silenzio, decine di migliaia di euro. Sono però stati arrestati dai Carabinieri di Lagonegro (Potenza) e Agnone (Isernia), con le accuse di estorsione aggravata e continuata.

I due – Diego Caggiano, di 35 anni, di Torrinparte (Isernia), e Giuseppe Trementino, di 30, di Bagnoli del Trigno (Isernia) – hanno fatto la prima telefonata estorsiva da Maratea (Potenza). Il loro arresto è stato ordinato dal gip di Lagonegro, Lucia Iodice, su richiesta del pm, Francesco Greco. Le indagini sono cominciate circa tre mesi fa dopo la denuncia fatta da uno dei sacerdoti alla magistratura. I militari hanno eseguito oggi perquisizioni nelle abitazioni dei sacerdoti (nessuno dei quali è indagato) alla ricerca di ulteriori elementi.

Su Facebook avevano creato profili in cui hanno fatto credere di essere omosessuali. In tal modo hanno ”pescato” anche i sacerdoti: le confidenze che si sono fatte vicendevolmente hanno fornito ai due il materiale per chiedere il denaro (avrebbero ottenuto in totale meno di diecimila euro, non decine di migliaia, come scritto in precedenza). Il ricatto era basato solo sulla confidenza: non vi sarebbero ne’ filmati ne’ foto di incontri ”intimi” fra i sacerdoti. Quando uno dei sacerdoti si trovava, circa tre mesi fa, a Maratea (Potenza), per motivi personali, ha ricevuto la prima telefonata estorsiva. Tornato in Molise, il sacerdote ha denunciato il fatto ai Carabinieri. Le indagini sono cosi’ state trasferite dalla Procura di Isernia a quella di Lagonegro. Il sacerdote ricattato – che ha raccontato tutto quando la richiesta di denaro e’ aumentata rispetto ai 100-200 euro chiesti in precedenza – ha riferito di sapere che altri due preti avevano avuto richieste estorsive simili. La ”rete” e’ stata ricostruita dai Carabinieri attraverso le perquisizioni in casa dei due indagati e la verifica dei loro contatti su Facebook. Nei prossimi giorni altri controlli saranno fatti per completare il quadro investigativo.