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SE I GENITORI LO SCOPRONO

Ci chiediamo a volte come dirlo ai genitori, ma spesso loro lo scoprono che noi lo vogliamo o no.

Caro leo,

sono un ragazzo di 22 anni fidanzato con uno di 19. Oramai è un anno che siamo insieme. Per disgrazia 4 mesi fa la madre del mio ragazzo ha letto la lettera che mi stava per essere recapitata, rendendosi conto di tutto. Da quel momento per noi è iniziato l’inferno.

Purtroppo lui vive molto lontano, quindi la possibilità di vederci era già rara in passato.

Era sempre vista dai suoi come la possibilità di veder un "amico", ma adesso non ne vogliono sapere. All’inizio gli ho consigliato di essere sincero con loro, di tentare di fargli capire,ma non hanno un sufficiente livello culturale per capire, e poi sono tanto tradizionalisti. Adesso non penso che ci sia altra scelta che iniziare a non fargli sapere le cose,cioè che il mio amato gli menta. Ma lui dice che non vuole mentire ai suoi genitori,però non capisce che, dato che loro gli hanno anche detto che non vogliono un figlio gay e che si vergognano di lui.

Non voglio che lui perda il contatto con i suoi, dato che, avendo deciso di vivere insieme, me lo rimprovererebbe per tutta la vita. Però vorrei trovare il modo di fargli capire che deve staccarsi da loro per vivere la sua vita. Io ho la fortuna di vare del fantastici genitori, ma lui purtroppo no.

Vorrei riuscire a convincerlo ad essere più se stesso, ad imporsi con i suoi, ma non comprende che la vista della totale sincerità è impossibile con persone che non vogliono capire.

TI PREGO RISPONDIMI.

Caro Francesco,

Mi spiace per le difficoltà che l’incomprensione dei genitori del tuo fidanzato vi procurano! Continuo a ripetere che le sofferenze procurate a tutti voi a causa delle discriminazioni contro l’omosessualitàe dei pregiudizi legati a stereotipi antichi, sono sofferenze inutili, gratuite, nel senso che si potrebbe farne a meno solo se in questo mondo ci fosse più rispetto dell’altro.

Questi pregiudizi saranno difficilmente eliminabili finché avremo forti "pressioni contro" da parte delle gerarchie (sappiamo che molti cattolici usano la chiesa come mamma o papà, su cui fare affidamento per avere sicurezza, visto che non riescono a prendere delle posizioni con la sola propria testa!), ma anche da parte dei politici, ancora troppo legati, penso solo per interesse, allo stato del Vaticano, ma anche incapaci di scrollarsi di dosso la propria personale omofobia.

Occorre maggiore informazione e – soprattutto – capacità di accogliere le differenze con serenità, e comprensione, non tolleranza intendiamoci, pronti allo scambio costruttivo di ogni diversità. (Noi abbiamo un’unica arma che ci permetta di non finire nelle fauci dei cannibali, il voto. Purtroppo però ancora troppe persone omosessuali o i loro parenti, votano masochisticamente per i loro carnefici, convinti che, una volta al potere, tutto cambi in positivo! Penso che le ultime posizioni di Bossi e i silenzi degli alleati provino già dove andremo a finire)

Scusami per la tiritera, ma sto troppo male quando sento dell’ottusità di molte famiglie, incapaci di mettere in primo piano l’amore e il benessere del proprio figlio/a, incapaci di superare i pur tanti ostacoli e, diciamolo pure, le tante sofferenze, vergognose e succubi di quanto dice la gente!

Bene, torniamo a noi: ti chiedo solo di capire il tuo ragazzo che, forse, non avendo avuto nessun aiuto da parte della famiglia che si ritrova – senza aver fatto nessuna scelta – sta ancora elaborando il senso della sua vita. Ama i suoi, anche se non viene capito e non sa ancora staccarsi così drasticamente da loro. Devi avere pazienza: so che non è un processo breve anche perché è piuttosto doloroso: è facile dire agli altri "fai così e cosà", ma per l’altro che vive intensamente tutta questa dinamica, ci vuole tempo e serenità soprattutto: le idee devono essere chiare, bisogna poter avere davanti il proprio futuro, le conseguenze del gesto che si compie, ponderare i pro e i contro.

Anch’io sono sempre dell’idea che ci si deve staccare dalla famiglia il più presto possibile, ma devo tenere in considerazione le caratteristiche di ciascuna personalità, i suoi bisogni, le sue risorse.

Molti nella situazione del tuo amato gettano la spugna e continuano a far finta di niente fino ad indurre anche i familiari al silenzio. Penso sia una situazione molto difficile da sostenere, non dignitosa, che lascia nell’animo la sensazione dell’incertezza e la paura di sbagliare nel muoversi: insomma, non c’è libertà!

Meglio che parli con i genitori, che non lasci perdere l’occasione (naturalmente deve sempre tenere conto della precedente relazione con loro), anzi approfittando di ogni occasione per parlarne fino ad "educarli" come ha fatto mio figlio con me!

Verrà il momento in cui anche lui sarà "maturo" per reagire e farsi una sua vita.

Intanto – non so dove abita – potrebbe mettersi in relazione con l’AGEDO locale in modo che lui e i genitori possano avere un aiuto diretto che, credimi, può servire molto: il sapere che altri vivono la tua stessa esperienza e serenamente, può essere di molto aiuto.

Naturalmente la mia risposta è legata alla vostra giovane età: vi auguro nel frattempo ogni felicità.

Una mamma dell’AGEDO

di AGEDO