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Se l’emancipazione gay passa da 10 anni di fumetti

Sta per chiudersi un decennio che ha visto l’affermarsi del fumetto gay, sia hard che non, e dei suoi super eroi, anche grazie ad Internet. A tutto vantaggio della visibilità lgbt.

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La fine dell’anno è sempre tempo di bilanci, ma questa volta bisogna fare i conti anche col primo decennio del duemila che ci lasciamo alle spalle. Anche dal punto di vista dei fumetti a tematica lgbt, che sono diventati un fenomeno globale e globalizzato, e che non hanno potuto fare a meno di riflettere i cambiamenti della società negli ultimi dieci anni. Grazie soprattutto a internet. Prima della diffusione della rete, infatti, i fumetti gay e omoerotici erano praticamente sconosciuti in quelle nazioni, come l’Italia, prive di una forte comunità gay e di canali attraverso i quali questo genere di fumetto (importato o realizzato in loco) poteva essere pubblicato (o anche solo segnalato e recensito) e raccogliere appassionati.

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D’altra parte, prima di internet, non si aveva nemmeno la percezione di quanto numerosa, diffusa ed economicamente rilevante  potesse essere la popolazione omosessuale, e nei fumetti mainstream l’omosessualità era considerata un argomento difficile, da presentare col contagocce e ad uso e consumo dei lettori etero (confermando, salvo rare eccezioni, una buona serie di stereotipi e pregiudizi). Certo c’erano stati segnali di apertura, soprattutto nel mondo dei fumetti europei (che avevano sdoganato il tema grazie anche ad autori come Konig) e statunitensi (che hanno sempre riflettuto la progressiva integrazione delle minoranze), ma probabilmente il vero spartiacque degli anni novanta è stato rappresentato dalla diffusione dei manga giapponesi, che per la prima volta presentavano l’omosessualità come una variabile narrativa al pari di tutte le altre.

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Tuttavia, prima di internet, anche i manga erano pubblicati esclusivamente a discrezione degli editori e dei loro paramentri di giudizio, tant’è che i primi Boys Love (manga a tema gay per ragazze) hanno iniziato ad essere tradotti in occidente proprio grazie alle insistenze dei gruppi di fans che si erano costituiti sul web a cavallo del duemila. In ogni caso internet è stato anche un potente motore che ha spinto la comunità omosessuale verso una visibilità del tutto inedita, innescando un circolo virtuoso che ha coinvolto tutti i media, e che non poteva fare a meno di coinvolgere il linguaggio del fumetto. In questi dieci anni, ad esempio, la quota di supereroi omosessuali (anche di un certo rilievo) è cresciuta in maniera molto rilevante, proponendo anche coppie di gay adolescenti o addirittura sposate. La crescente visibilità della comunità gay garantita dal web, inoltre, si è inevitabilmente riflessa sugli autori di fumetti gay di tutto il mondo, che per la prima volta hanno avuto a disposizione una vetrina globale e capillare per farsi conoscere e per mostrare i loro lavori senza dover passare dai filtri degli editori e della stampa, e creando una nicchia di mercato completamente nuova, o magari arrivando a creare una propria etichetta (come il canadese Patrick Fillion).

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Non è un caso se un’editore come la Gmunder, che fino agli anni novanta era specializzato nei libri di fotografia omoerotica e nelle guide gay, negli ultimi anni abbia voluto creare una vera e propria sottosezione per fumetti e illustrazioni, reclutando la maggior parte dei suoi artisti proprio attraverso il web. Il tutto mentre la circolazione di informazioni e immagini pressoché istantanea ha portato alla nascita di una comunità di appassionati sempre più competente e selettiva. C’è poi un altro fenomeno da non sottovalutare: il fatto che un numero crescente di autori di fumetti omosessuali che non si dedicano necessariamente al fumetto gay o a quello omoerotico hanno deciso di uscire allo scoperto, e grazie a internet hanno persino iniziato a costituire delle associazioni (come l’americana Prism Comics), per promuovere a vari livelli l’immagine dell’omosessualità nel fumetto.

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Internet, inoltre, offre uno spazio di confronto notevole, e sta stimolando la nascita di una nuova generazione di autori che si muove in direzioni totalmente inedite, come il collettivo di giovani autori francesi che si raccolgono attorno alla fanzine Dokkun, realizzando i propri bara manga (manga gay per gay) con grande successo. In conclusione si potrebbe definire il decennio appena trascorso come un periodo di transizione, in cui la maggiore integrazione della comunità LGBT e l’exploit di internet hanno aperto una serie di spazi totalmente impensabili fino al duemila. Difficile dire cosa potrebbe succedere a questo punto, quel che è certo è che nei prossimi dieci anni si entrerà nel vivo, e probabilmente il meglio deve ancora arrivare.

di Valeriano Elfodiluce