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Sì ai boy scout gay negli USA. Ma rimane il divieto per i “capi”

I Boy Scout d’America hanno abolito la misura che vietava di accettare nell’organizzazione membri apertamente gay, ma solo nel caso in cui si tratti di giovani e non di adulti.

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I Boy Scout d’America hanno abolito la misura che vietava di accettare nell’organizzazione membri apertamente gay, ma solo nel caso in cui si tratti di giovani e non di adulti. Resta dunque il divieto per i capi Scout gay. Questa nuova politica è stata approvata dalla maggioranza, il 60%, dei 1.400 membri del Consiglio nazionale, che, come ogni anno, si sono riuniti a Grapevine, in Texas.

Con questa votazione è stata rimossa “la restrizione che nega la partecipazione all’assoaciazione a giovani solo sulla base del loro orientamento sessuale”, hanno riferito i Boy Scout d’America in un comunicato. “I Boy Scout d’America non verranno meno alla loro missione, essere al servizio dei giovani, a causa di una sola, divisiva, ed irrisolta questione irrisolta”, continua il comunicato facendo riferimento ai lunghi mesi in cui in seno all’associazione a cui aderisono 2,7 milioni di giovani americani è andato avanti un accanito dibattito sulla questione dei gay. “Mentre si continuano ad avere diverse opinioni a riguardo – continua il comunicato – siamo però tutti d’accordo sul fatto che i ragazzi stanno meglio quando fanno parte degli scout”. La nuova politica entrerà in vigore dal primo gennaio del 2014, così da consentire ai Boy Scouts di spiegarla e renderla attuabile da parte degli oltre 100mila gruppi locali nel Paese.

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La decisione e’ stata accolta come una vittoria “storica” dai gruppi per i diritti dei gay che la considerano il primo passo per la rimozione totale del divieto, anche quindi quello che impedisce agli adulti scout di essere gay dichiarati. Mentre e’ stato fortemente critico James Dale, un capo scout espulso nel 1990 perche’ gay il cui caso e’ arrivato fino alla Corte Suprema: “questo non e’ affatto un progresso, continuera’ ad insegnare a 2,7 milioni di giovani lo stesso messaggio avvelenato: essere gay non permette di di partecipare a pieno all’esperienza Scout”. In Italia si ebbe un caso analogo, quello di Stefano Bucaioni , “degradato” a causa del suo orientamento sessuale.