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Sieropositivo diventa immune all’Aids con un trapianto

La leucemia ha reso necessaria l’operazione per trapiatare un midollo sano. Lui, sieropositivo, dopo due anni in cui ha cessato le cure anti-Aids, non ha ancora sviluppato la malattia.

Leucemico e sieropostivo. Ma con un trapianto di midollo è riuscito a sconfiggere la prima e a non sviluppare l’Aids. Quanto successo nelle stanze della clinica universitaria della Charité a Berlino accende l’ennesima speranza verso la cura del virus dell’Hiv, o meglio, delle sue conseguenze più importanti.

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Ad aver beneficiato dell’operazione – e quindi ad avere di fatto permesso la scoperta – è un cittadino americano che da 600 giorni non assume i farmaci contro l’Aids e nonostante questo non ha ancora sviluppato la malattia. E’ come se il virus fosse stato reso innocuo.

Il midollo trapiantato, però, non era di quelli comunemente usati per questo genere di operazioni. I medici sono partiti dall’osservazione che alcune persone non sviluppano l’Aids nonostante siano sieropositivi. Un vero mistero spiegato dalla scienza con una mutazione genetica presente nell’organismo di questi individui, una caratteristica che non permette alla molecola che consente l’ingresso del virus nelle cellule (la CCR5) di entrare. Sono persone naturalmente immuni al virus.

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La scoperta fatta sul paziente leucemico è stata quella per cui avendo ricevuto un trapianto di midollo proprio da uno di questi soggetti "immuni", e non avendo più assunto i farmaci che fino al giorno prima gli sarebbero stati necessari, dopo due anni il suo organismo non ha ancora sviluppato l’Aids.

I medici vogliono essere cauti sui risultati. Nessuno sa se la malattia non si svilupperà mai nel paziente. Ed è anche vero che l’Aids potrebbe essere già presente ma senza manifestarsi nelle forme che conosciamo.

L’unica certezza rimane, come sempre, l’uso del preservativo.