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Spagna: Socialisti, basta privilegi alla Chiesa

Il governo socialista spagnolo vuole raggiungere l’obbiettivo di uno Stato pienamente laico, abolendo gli “innegabili vantaggi” ed i “privilegi” di cui gode nel Paese la Chiesa cattolica.

ROMA – Il governo socialista spagnolo vuole raggiungere l’obbiettivo di uno Stato pienamente laico, abolendo gli “innegabili vantaggi” ed i “privilegi” di cui gode nel Paese la Chiesa cattolica: è quanto pubblica il quotidiano spagnolo El Mundo.
Per ottenere questo risultato l’esecutivo ha intenzione di operare su tre livelli diversi: il finanziamento pubblico attraverso l’Irpef, la presenza della Chiesa nella pubblica istruzione e le sovvenzioni sociali a entità vincolate direttamente alla Conferenza Episcopale spagnola.
Tra il governo di Madrid e i vescovi le relazioni sono tese soprattutto dopo l’annuncio di una riforma della legge sull’aborto e sul divorzio e la possibilità che vengano legalizzate le unioni omosessuali.
Come prima decisione politica, nel 2004 non dovrebbero venire rinnovati automaticamente gli accordi fra Chiesa e Stato, come avvenuto negli ultimi anni: il governo del premier José Luis Rodriguez Zapatero ha intenzione di rivedere i termini del Concordato, senza per questo abolirlo, e soprattutto di adeguarli a quanto dispone la Costituzione.
L’articolo 16 della Carta costituzionale approvata nel 1979 sottolinea infatti che “nessuna confessione religiosa avrà carattere statale”, aggiungendo però che i “pubblici poteri terranno conto delle convinzioni religiose della società spagnola e manterranno le conseguenti relazioni di cooperazione con la Chiesa cattolica e le altre confessioni”.