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SPAGNA: VERE E PROPRIE NOZZE GAY

Il governo spagnolo mantiene le promesse e si appresta a legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso, scatenando le ire della Chiesa Cattolica. Domani il via in Parlamento.

MADRID – La Spagna ad una grande svolta. Il primo ottobre il governo socialista guidato da Jose Luis Rodriguez Zapatero presenta al Consiglio dei Ministri il progetto di legge che estende anche alle coppie gay e lesbiche il diritto di potersi sposare.
Un matrimonio vero e proprio
La mossa è arrivata decisamente inaspettata: sebbene nel programma elettorale del partito socialista spagnolo fosse presente il punto del riconoscimento delle coppie composte da persone dello stesso sesso era forse lecito aspettarsi che sarebbe stata adottata la formula “alternativa” delle Unioni Civili, già adottata in altri paesi europei, come la Germania. Invece il governo spagnolo ha imboccato con decisione la strada già percorsa da Olanda e Belgio e pare destinato quindi a diventare la terza nazione europea a rendere legale il matrimonio gay. Zapatero è alla guida di un governo di minoranza che ha tuttavia l’appoggio esterno di due partiti minori dell’area di sinistra. Stando a fonti vicine all’esecutivo le coppie gay dovrebbero poter cominciare a sposarsi a partire dal prossimo anno, fermo restando che la riforma prima di diventare legge dovrà essere approvata dal parlamento, nel quale il partito socialista ha 164 seggi su 350.

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“Lo facciamo per la libertà”
«Approveremo questa modifica del codice civile per far si che anche persone dello stesso sesso si possano sposare. Perché lo facciamo? Perché le persone devono poter decidere il loro destino» ha detto José Blanco (foto), uno dei leader dei socialisti spagnoli. Il precedente governo conservatore aveva respinto vari tentativi di compiere passi in questo ambito e questo nonostante i sondaggi dicano che quasi il 70% degli spagnoli sia favorevole al matrimonio tra gay. La questione è stata al centro del dibattito politico e dell’attenzione pubblica negli ultimi mesi. Secondo quanto già anticipato nei mesi scorsi dal ministro della giustizia Lopez Aguilar il testo prevede la completa uguaglianza di trattamento tra coppie etero e gay in tutti gli ambiti, da quelli pensionistici a quelli patrimoniali sino al diritto all’adozione dal momento che, ha spiegato, «non è intrinseco all’istituto matrimoniale ma alle necessità del minore.»
Il delicato tema dell’adozione
Nonostante la ricerca scientifica in ambito psicologico indichi che essenzialmente non ci sono differenze nello sviluppo, identità o orientamento sessuale tra bambini allevati da coppie gay o lesbiche e bambini allevati da genitori eterosessuali (si veda l’articolo relativo) quello dell’adozione è il punto che sta suscitando maggiori controversie. Tuttavia sulla scia di questo cambiamento annunciato anche il Partito Popolare spagnolo ha presentato una propria proposta legislativa volta al riconoscimento delle coppie omosessuali, conferendo loro quindi pari diritti tranne quello relativo all’adozione: il diritto all’adozione «è la sola principale differenza col matrimonio» ha ammesso Eduardo Zaplana, il portavoce del partito alla presentazione del loro testo. Si tratta comunque di una considerevole evoluzione da parte del maggior partito spagnolo di area cattolica che anche con la propria proposta alternativa abbraccia i temi delle libertà individuali, della parità dei diritti e riconosce la necessità di regolamentare dal punto di vista legislativo questo tipo di convivenze, che sono una realtà che non può semplicemente essere ignorata da chi governa un paese. Il tutto in evidente contrasto con la linea politica dei loro equivalenti italiani, che pure fanno parte dello stesso gruppo all’europarlamento.

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Per una Spagna laica
Da quando nello scorso aprile Zapatero è andato al governo ha avviato un ambizioso programma di riforme riguardanti aborto, divorzio e matrimonio che hanno fatto infuriare i vertici della Chiesa Cattolica. Juan Antonio Martinez Camino (foto) a nome della conferenza episcopale spagnola ha detto nei giorni scorsi che permettere i matrimoni gay equivarrebbe addirittura a liberare «un virus nella società, un qualcosa di falso che avrà conseguenze negative sulla vita civile.» Il dente avvelenato con l’attuale governo il clero spagnolo ce l’ha anche a causa dei futuri piani per rivedere i rapporti tra Stato e Chiesa. C’è infatti il progetto di sottolineare la laicità dello stato e dunque di correggere quelli che sono stati definiti gli “innegabili vantaggi” di cui ha potuto godere finora la chiesa spagnola. Ad esempio le scuole cattoliche ricevono sussidi da parte del governo e, così come in Italia, c’è l’introito annuale per la chiesa proveniente dal pagamento delle tasse da parte dei cittadini. Il vice primo ministro María Teresa Fernández de la Vega ha dichiarato che il governo non ha intenzione di cessare il finanziamento della chiesa ma che riforme sono necessarie e in via di definizione: «È vero che il governo sta parlando di laicità dello stato – ha detto – e continueremo a muoverci in questa direzione perché crediamo che sia il mandato compreso nella nostra Costituzione.»
Gli spagnoli sembrano d’accordo
Visto il livello di supporto al governo da parte della popolazione pare che queste nuove leggi mettano in evidenza il crescente declino dell’autorità ecclesiastica in terra di Spagna. Un declino collegato anche agli strettissimi legami con la chiesa che hanno contraddistinto il periodo del regime del generale Francisco Franco. Franco, devotissimo cattolico, durante i suoi anni al potere mise al bando divorzio e omosessualità. Dal 1975, anno di caduta della sua dittatura, il supporto della pur molto cattolica popolazione spagnola verso l’establishment religioso si è andato progressivamente deteriorando. La volontà di libertà civili degli spagnoli, compresi gli omosessuali, pare quindi aver trovato adesso una nuova potente voce nel governo di Zapatero.