ROMA – La Corte Costituzionale spagnola ha accettato di discutere il ricorso presentato dal conservatore Partido Popular contro la legge sui matrimoni omosessuali approvata dalle Cortes lo scorso mese di luglio: è quanto si legge sul quotidiano spagnolo El Mundo.
La Corte si è espressa solo sulla regolarità formale del ricorso, i cui contenuti verranno esaminati “in opportuna sede processuale”. Secondo il Pp la legge sulle nozze gay è incostituzionale in quanto “snatura l’istituzione fondamentale del matrimonio” come garantita dalla Carta Fondamentale, in particolare l’articolo 32 che prevede l’uguaglianza tra uomo e donna davanti alla legge.
Oltre al ricorso del Pp la Corte dovrà anche esaminare tre reclami presentati da alrettanti magistrati: la Procura generale dello Stato ha tuttavia consigliato che questi vengano respinti in quanto i giudici incaricati di gestire il registro civile non possono sollevare questioni di natura costituzionale.
Stando ai sondaggi, la maggioranza degli spagnoli è favorevole alla legge, mentre le opinioni sono assai più discordi per quel che riguarda le possibilità di adozione contemplate dal provvedimento. La legge equipara infatti il matrimonio omossesuale a quello tradizionale, compreso il diritto all’adozione: e questo è forse l’aspetto che meno piace alla Chiesa e all’opposizione conservatrice.
Gli standard per l’adozione di bambini spagnoli sono estremamente severi (e, è da notare, l’omosessualità non era comunque uno dei parametri presi in considerazione per l’affidamento); l’alternativa più semplice, quella dell’adozione da Paesi terzi, è di fatto impossibile perché nessuna delle nazioni con le quali esiste un accordo bilaterale in merito riconosce le coppie omosessuali come possibili affidatarie. E Esiste però la possibilità della “co-adozione”, quella più concretamente utile alle coppie gay sposate, soprattutto lesbiche: ovvero, per il coniuge non genitore, la possibilità di adottare legalmente il figlio del compagno.