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Svizzera: celebrati oggi i primi “matrimoni” gay

Ancora in espansione l’area di pari diritti civili. Anche la Svizzera da oggi dà la possibilità alle coppie omosessuali di essere tutelate, come quelle sposate. Italia sempre più isolata e arretrata.

LUGANO – È entrata ieri in vigore la legge federale svizzera sulla “Unione Domestica Registrata delle coppie omosessuali” (LUD) e già questa mattina è stata celebrata la prima cerimonia tra due persone dello stesso sesso. Mentre nel nostro paese certa politica paventa chissà quali terribili – ma mai specificate – ripercussioni negative per la società e le famiglie italiane, continua ad aumentare il numero delle nazioni nelle quali, in base al diritto di uguaglianza e non discriminazione tra cittadini, si consente anche alle coppie composte tra persone dello stesso sesso di vedersi riconosciute dalla legge, con i diritti e vincoli che questo comporta. Nella federazione elvetica finora solo alcuni cantoni conferivano certi diritti alle coppie registrate, mentre da ora in poi tutte le persone omosessuali che lo vorranno tramite questa nuova legge si vedranno riconosciuti quei trattamenti privilegiati che fino ad oggi erano a esclusivo beneficio dei loro concittadini eterosessuali.
La Lud comporta numerosi vantaggi giuridici, specialmente nel caso di malattia o decesso di uno dei partner. In caso di ricovero ospedaliero per malattia o infortunio il partner registrato, essendo riconosciuto finalmente come familiare, diventa l’interlocutore privilegiato per i medici curanti, mentre finora lo stesso diritto di visita al partner dipendeva dalla benevolenza dalla famiglia d’origine dell’ammalato. In assenza di testamento poi il partner avrà diritto a ricevere almeno la metà dell’eredità, mentre prima non poteva reclamare alcun diritto. Per le assicurazioni e per i contratti immobiliari varranno le stesse regole che valgono per le coppie sposate, e lo stesso avverrà anche in ambito fiscale e previdenziale, dove in Svizzera funziona un sistema misto privato-pubblico. Così come avviene per i legami eterosessuali se uno dei partner proviene da un altro paese avrà diritto al un permesso di soggiorno e poi, dopo un periodo di cinque anni, alla residenza. Le procedure per un eventuale dissolvimento dell’unione sono poi le stesse riguardanti il divorzio. Non è previsto, invece, il diritto all’adozione e al ricorso alla procreazione assistita per le coppie same-sex, un aspetto sul quale le associazioni GLBT hanno già annunciato continueranno la loro battaglia. (Roberto Taddeucci)