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Svizzera: niente porto d’armi a gay aggredito

I gay non corrono pericoli superiori a quelli degli etero: la sentenza di un tribunale federale svizzero che ha bocciato il ricorso di un omosessuale di Basilea aggredito in un parco della sua città.

LOSANNA – I gay non corrono pericoli superiori a quelli degli eterosessuali. Se si sentono minacciati nelle loro uscite notturne alla ricerca di compagnia non devono fare altro che evitare di frequentare i luoghi giudicati a rischio. E’ questo il contenuto di una sentenza di un tribunale federale svizzero che ha bocciato il ricorso di un omosessuale di Basilea contro una sentenza di primo grado con cui i magistrati gli negavano il porto d’armi che aveva richiesto dopo essere stato violentemente aggredito in un parco della sua citta’.

Un gruppo di giovani lo aveva cosparso di benzina per poi cercare di bruciarlo. L’uomo aveva quindi chiesto l’autorizzazione di procurarsi un’arma, scontrandosi pero’ con l’opposizione dei tribunali della sua citta’, che non avevano ravvisato una situazione di rischio tangibile ai sensi della legge in quanto, si riportava nella sentenza, non incorreva in pericoli maggiori a quelli di un eterosessuale che la notte esce alla ricerca di compagnia femminile.

Accordare senza restrizioni il porto di un’arma a persone che frequentano ambienti "marginali", aveva stabilito il tribunale in primo grado sarebbe contrario agli scopi perseguiti dalla legge. Il Tribunale federale ha ora confermato la decisione, giungendo alla conclusione che se il ricorrente giudica pericolosi certi luoghi di incontro, non deve far altro che evitarli.