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Sydney: il Mardi Gras non è più “Gay and Lesbian”

Nella conferenza stampa di presentazione della nuova edizione del festival gay per eccellenza, gli organizzatori hanno annunciato la novità: “Speriamo attiri nuova linfa”. Ma è polemica.

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Il Mardi Gras di Sydney, la manifestazione gay per eccellenza, non è più gay. Per quanto strano possa sembrare, infatti, la manifestazione è stata ribattezzata e da adesso non si chiamerà più "Gay and Lesbian Mardi Gras", ma semplicemente Sydney Mardi Gras.
Insistendo sul fatto che il cuore dell’annuale festival rimane gay, lesbico, bisessuale, transgender, queer e intersex, gli organizzatori spiegano che l’obiettivo è "estenderlo a tutti coloro che vogliano celebrare la diversità e il diritto di essere se stessi. Questo significa aprire le porte a nuove facce che condividano i nostri valori".

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Durante il lancio della nuova edizione del festival, avvenuto ieri, gli organizzatori hanno dichiarato che è tempo che il festival si evolva e che si evolva anche la comunità che rappresenta. "Penso che anche se siamo la la prima organizzazione della comunità LGBTQI – ha dichiarato il presidente di Mardi Gras Peter Urmson, siamo anche molto aperti a tutti i nostri amici che non necessariamente si identificano con queste lettere dell’alfabeto".
Urmson e gli altri organizzatori sperano che questo dia nuova linfa vitale all’evento che negli ultimi anni non è riuscito ad attrarre a sé i più giovani ed ha perso alcuni pezzi importanti della sua comunità.

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La novità, però, ha subito suscitato alcuni mal di pancia. L’ex presidente di Mardi Gras Richard Cobden, in particolare, ha criticato la scelta. "La prima pagina del Sydney Morning di oggi dice tutto" ha dichiarato riferendosi al titolo "Il Mardi Gras diventa etero" scelto dal quotidiano.
"Nè l’organizzazione, nè a maggior ragione, il suo direttivo e lo staff- ha continuato Cobden – hanno alcun permesso o mandato per far diventare il Mardi Gras etero. Peter Urmoson dice che ‘è il nostro regalo alla città’. Non era compito suo farlo. Per vent’anni abbiamo costretto i media a dire ‘Gay and lesbian Mardi Gras’, forzandoli ad usare queste parole, anche se non avrebbero voluto farlo. Oggi tutto questo viene buttato via".