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TABACCO, GAY E AIDS

L’immagine del manifesto della Giornata Mondiale contro il tabacco che ricorre domani, richiama allo stereotipo per cui omosessualità è sinonimo di contagio da AIDS. Aderisci alla protesta di Gay.it

Non erano finiti da un pezzo gli anni ’80? Ve li ricordate? Quelli in cui omosessualità era sinonimo di AIDS? A giudicare dal manifesto della ‘Giornata mondiale contro il tabacco 2007’ ideato dalla Sitab (Società Italiana di Tabaccologia) si direbbe di no.Non sappiamo bene se che questa campagna pubblicitaria si intoni con il periodo di crescente omofobia che stiamo vivendo cercando di sfruttare il clima che si sta diffondendo o se sia solo una triste coincidenza. Fatto sta che cavalca un pregiudizio che si credeva superato da decenni, inficiando, secondo noi, una battaglia giusta contro la dipendenza e i danni del tabacco.Da anni è ormai appurato che tutte le persone sessualmente attive corrono lo stesso rischio di contagio, sia che siano etero che omosessuali. Secondo un rapporto diffuso dalla Lila nel 2006, in Europa Occidentale più di un terzo (35%) delle nuove infezioni avvengono tra gli uomini che fanno sesso con altri uomini, mentre più della metà (56%) avvengono durante rapporti sessuali tra uomo e donna.Per far sentire la nostra voce, Gay.it lancia una campagna di protesta contro questo tentativo di riportare in voga uno stereotipo superato culturalmente e da prove statistiche evidenti.Per aderire alla campagna mandate una e-mail a Sitab.

Aggiornamento
C’è stato uno scambio di mail in merito, tra il responsabile Salute e Diversità di Arcigay dottor Raffaele Lelleri e il responsabile del centro Studi Tabagismo dottor Giacomo Mangiaracina. Lo riportiamo qui di seguito.

La lettera di Raffaele Lelleri:
Alla c.a. del dott. Giacomo Mangiaracina, Presidente del Centro Studi Tabagismo
Come le ho anticipato oggi al telefono, abbiamo ricevuto in questi giorni molte mail e telefonate da parte di cittadini omo-bisessuali in merito alla vs recente campagna "Attivo-Passivo-Ogni anno il fumo passivo fa più vittime dell’AIDS". D’accordo con loro, riteniamo che essa presenti una serie di aspetti fortemente pregiudizievoli, tali da minarne strutturalmente la desiderabilità sociale e l’impatto di medio raggio, primi tra gli altri:
a) è ‘macchiettistica’ ed irrealistica, come dimostrano tutte le indagini sociali in questo campo (v. ad esempio www.modidi.net), la riproposizione della differenza di ruolo ‘attivo’ e ‘passivo’ in riferimento ai rapporti tra maschi;
b) non ha alcun fondamento epidemiologico l’associazione gay-AIDS.Diversamente, negli anni scorsi tale binomio ha erroneamente colpevolizzato questo gruppo sociale e falsamente deresponsabilizzato tutti gli altri.
Condiviamo l’importanza del vostro operato e cogliamo l’occasione per offrirle la nostra disponibilità a progettare e realizzare, assieme, una nuova campagna contro il fumo rivolta specificamente alla comunità lesbica, gay e bisessuale. Allo stesso tempo, siamo convinti che "Attivo-Passivo-Ogni anno il fumo passivo fa più vittime dell’AIDS" possa avere delle conseguenze indirette, verosimilmente non considerate a sufficienza dagli ideatori del progetto, in termini di discriminazione nei confronti delle minoranze sessuali del nostro paese, di intensità persino maggiore rispetto agli effetti desiderati della campagna nel suo complesso. A tale riguardo, desideriamo ricordare che, riprendendo lo slogan della campagna, "Ogni anno l’omofobia fa più vittime dell’AIDS".
In ragione di tutto ciò, e facendo appello alla vs responsabilità sociale, le chiediamo ufficialmente di rivedere quanto prima lo stile comunicativo campagna. Disponibili per eventuali chiarimenti ed in attesa di un vs pronto riscontro, porgiamo Cordiali saluti,
dott. Raffaele Lelleri
Responsabile nazionale Salute e Diversità di Arcigay

La risposta di Giacomo Mangiaracina:
Gentile dott. Lelleri,
La ringrazio per il suo intervento opportuno, chiarificatore e del tutto condivisibile. Anche gli uomini di scienza imparano dagli errori. Nello specifico riconosciamo, e riconosco, l’errore di una pre-valutazione effettuata in modo superficiale, nonostante l’apprezzamento da parte dell’Unione Internazionale contro il Cancro (UICC-Globalink), che come sappiamo ha sviluppato un’area di "Tobacco Control", indirizzata specificamente alle comunità lesbiche-gay-bissessuali, proprio per l’alta prevalenza di tabagismo soprattutto tra le donne omosessuali.
Ho pertanto provveduto personalmente a bloccare la prosecuzione della campagna informativa "Attivo passivo…", ideata e offerta gratuitamente da creativi professionisti di Milano.
Apprezzo molto la sua offerta di collaborazione e rispondo con la mia disponibiltà e quella dei miei collaboratori per lo sviluppo di un progetto comune di controllo del tabagismo in ambito LGB.
Un cordiale saluto.
Giacomo Mangiaracina
Prof. Giacomo Mangiaracina
Presidente Agenzia Nazionale per la Prevenzione SITAB, Società Italiana di Tabaccologia