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TACCHI ALTI E CHIOME BIONDE

Alessandro Gassman, Rossana Casale e Gian Marco Tognazzi recitano in teatro nei ruoli che al cinema furono di Tony Curtis, Marilyn Monroe e Jack Lemmon.

Grande atmosfera alla prima di “A qualcuno piace caldo” al Palavobis, ridisegnato come un vero teatro per la stagione di musical che ha letteralmente scandito i tempi artistici dell’ultimo anno a Milano. C’erano proprio tutti, per primi gli onnipresenti stilisti Dolce e Gabbana, ma anche divi dello spettacolo del piccolo e grande schermo, celebrità del teatro, VIP del mondo produttivo, tutti ad applaudire Alessandro Gassman, Gian Marco Tognazzi, Rossana Casale ed il gran patron dello spettacolo, che l’ha voluto, realizzato e diretto, Saverio Marconi. Già alla conferenza stampa si intuiva che lo spettacolo sarebbe stato un successo. Gli attori erano eccitati per l’evento anche se in realtà gli spettacoli erano iniziati con una serie di anteprime per “accordare gli strumenti” e prendere confidenza col pubblico.

Dai racconti della Casale e del grande Carlo Reali, che sul palco è Osgood Fielding, si capisce anche come Marconi abbia studiato lo spettacolo molto bene prima di iniziare il casting. Entrambi sono stati svegliati nel cuore della notte da una richiesta abbastanza perentoria di partecipare al nuovo lavoro. Certo per Reali la cosa non suonava nuova, avendo lavorato con il regista già in “La piccola bottega degli orrori”, “Cabaret” e “La cage aux folles”, prodotti dalla Compagnia della Rancia come questo musical, e accettò subito. Con la Casale, Saverio Marconi aveva un progetto da anni, un musical Jazz fatto su misura per la sua voce, quindi la chiamata sul palco non è stata una sorpresa quanto il personaggio cui era chiamata a dar vita, quella Zucchero Candito (Sugar Cane) magistralmente e indimenticabilmente impersonata da Marilyn Monroe nel film di Billy Wilder del 1959.
I dialoghi sono tratti quasi totalmente dal celeberrimo film, però i nostri attori hanno aggiunto una nota personale che dà allo spettacolo una nuova freschezza e la sua peculiarità.
Sorprendenti le evoluzioni canore di Gassman e Tognazzi, per non parlare delle coreografie “pazientemente” realizzate da Antonio Sciortino in cui i due ballano con i tacchi alti dando una vaga impressione di naturalezza.

I nostri eroi, sprovveduti suonatori di jazz nella Chicago anni ’30, capitano nel bel mezzo della strage di S.Valentino, come spettatori e, conseguentemente, testimoni. Per sfuggire al malefico Ghette (Felice Casciano) che li vuole morti, i due partono in Tour con una jazz band tutta femminile, adeguando naturalmente anche le proprie curve ed il proprio guardaroba con imbottiture, bustini, corsetti, tulle e tacchi, nonché un vistosissimo trucco atto a nascondere quanto rimanesse di virile. Durante il viaggio – un classico del cinema la scena del party nella cabina letto – nasce una forte amicizia tra Joe/Josephine, Jerry/Dafne e Zucchero. A Miami si intrecciano le vite di tutti i personaggi con l’accendersi di passioni, la ricerca di sicurezze, inganni amorosi e tutto il repertorio della migliore commedia.

Joe riesce a sedurre Zucchero, spacciandosi per un timido riccone e approfittando dello yacht di un vero milionario, Osgood, il quale invece si è innamorato di Jerry/Dafne e lo riempie di premure e preziosi regali. Quest’ultimo, d’altra parte, colpito dalla gentilezza e dal patrimonio di Osgood, sogna di sposarlo. Finché non arriva Ghette coi suoi sgherri a scombinare tutto. Il finale, forse un po’ veloce, è l’apoteosi della gaia ambiguità e del divertente equivoco che hanno dominato tutto lo spettacolo, che sarà tra i più importanti eventi della stagione teatrale italiana.

di Marco Volante