Il teologo David Berger era professore presso la Pontificia Accademia di San Tommaso d’Aquino in Vaticano dove, a dire suo, il suo lavoro accademico era controllato e censurato soprattutto per quanto riguardava il tema dell’omosesssualità.
Da gay, ha raccontato in un’intrervista al settimanale tedesco Der Spiegel che vivere immerso nell’omofobia cattolica era una specie di incubo.
"Si deve sapere che un vasto numero di clericali cattolici e preti insegnanti in Europa e negli Stati uniti sono inclini all’omosessualità" ha dichiarato Berger.
Il teolgo ha raccontato che quando si trovava a scrivere per riviste teologiche, era costretto ad usare espressioni come "compagno di fornicazione" piuttosto che "compagno di vita" e che la parola "omosessuale" non poteva essere utilizzata, mentre gli uomini gay erano descritti come sodomiti perversi. Esattamente come accade nei paesi islamici che consideriamo spesso più retrogradi e omofobi dell’Occidente.
"La peggiore omofobia nella Chiesa Cattolica – ha spiegato- è quella dei preti omofili che combattono disperatamente contro la loro stessa sessualità".
Berger adesso lavora come insegnante a Colonia ed ha fatto coming out lo scorso aprile dopo che il vescovo di Essen Franz-Josepf Overbeck ha definito l’omosessualità come perversa e peccaminosa durante un’apparizione in uno show televisivo. Sulla sua esperienza all’interno della Chiesa, Berger ha scritto un libro che si intitola "La Santa Illusione – un teologo gay nella Chiesa Cattolica" che uscirà questa settimana in Germania.