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Test HIV: come lo vorrebbero gli italiani?

Plus onlus lancia una ricerca per indagare in che modo gli italiani preferiscono accedere al test dell’HIV. Lo scopo è di aprire dei Checkpoint dove poter eseguire il test in tranquillità e gratis.

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In Inghilterra tra un mese sarà possibile farselo da soli a casa. A Barcellona puoi fartelo fare da altri gay come te. Negli Stati Uniti ricevi una risposta per mail. In Italia devi andare in ospedale…
Sono tante le modalità con cui possibile fare il test Hiv. Nel tentativo di renderlo semplice e a portata di mano soprattutto per le persone che sono più esposte al rischio di prendersi l’infezione da Hiv, sono stati ideati metodi molto diversi tra loro. Oggi Plus onlus, il primo network di persone LGBT sieropositive, nato un anno fa specificatamente per offrire servizi per la salute delle persone gay, lesbiche bisex e transessuali, lancia una ricerca per capire qual è la modalità di esecuzione del test alla quale gli italiani vorrebbero potere accedere.
Si tratta di un breve questionario da compilare a questo link che spiega i vari modi in cui è possibile fare il test e che indaga conoscenze e preferenze rispetto a ciascuno di essi.

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“In Italia, purtroppo, i gay e le persone transessuali sono ancora un gruppo sproporzionatamente colpito dall’Hiv – spiega Sandro Mattioli, fondatore e presidente di Plus onlus -. Gli ultimi dati nazionali mostrano come l’unico gruppo di popolazione in cui si registra un aumento del numero di nuove diagnosi di infezione proprio quello dei maschi che fanno sesso con maschi, siano essi gay o bisessuali. Così all’interno della popolazione gay c’è un’alta percentuale di persone che vivono con il virus: chi lo ha diagnosticato e segue una terapia efficace nella maggioranza dei casi riesce a tenere sotto controllo l’infezione. Però tante persone, troppe, arrivano tardi alla diagnosi: spesso hanno vissuto per anni senza sapere di avere l’infezione e senza controllarla con la terapia; in questo modo, senza volerlo, potrebbero aver trasmesso il virus ad altri”. “Ecco perché è importante fare il test frequentemente, almeno una volta all’anno – continua Mattioli -, meglio ogni sei mesi per chi ha molti partner sessuali. Noi di Plus abbiamo come obiettivo quello di rendere il test più accessibile alla popolazione LGBT. Tra i nostri primi progetti, infatti, c’è quello di aprire un Checkpoint a Bologna dove operatori ‘alla pari’ cioè gay o trans come gli utenti, opportunamente preparati, potranno offrire consulenza ed effettuare il test in completa confidenzialità e gratuità”.
A questo scopo, Plus ha lanciato la sua ricerca sul tipo di test che gli italiani vorrebbero poter fare. Per partecipare alla ricerca, potete cliccare qui .