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Torino: sparite le schede contro l’omofobia dal sito del comune

A volerlo sarebbe stato il sindaco in persona, dopo che l’assessore alle Pari Opportunità le aveva difese in consiglio. Il motivo? Urterebbero la sensibilità dei cattolici. Protestano le associazioni.

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“Riconoscere l’eguaglianza dei diritti di ogni persona, e tra questi il diritto a vivere liberamente il proprio orientamento sessuale, è questione irrinunciabile per ogni società che voglia dirsi democratica”. Con questo messaggio, piuttosto chiaro, il sindaco di Torino Piero Fassino aveva salutato il il Family Pride che si è svolto lo scorso 25 marzo nella sua città. Eppure qualcosa deve essersi inceppato nell’idea di uguaglianza e non discriminazione di Fassino se è vero, come denunciano le associazioni, che con una decisione unilaterale il Primo Cittadino ha fatto rimuovere dal sito dell’amministrazione comunale le schede didattiche prodotte dal Servizio lgbt del Comune stesso contro l’omofobia.
A denunciarlo sono il circolo Maurice glbtq di Torino e l’associazione Certi Diritti.
Le schede in questione erano già state oggetto di acceso dibattito in consiglio comunale dove alcuni consiglieri le avevano messe in discussione mentre l’assessore alle Pari Opportunità le aveva strenuamente difese.

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A quanto riferisce Certi Diritti, la motivazione ufficiale per cui le schede, che trattavano la discriminazione contro le persone omosessuali e transgender nella storia e nella cultura, sono state rimosse sarebbe una presunta offesa dei sentimenti cattolici sollevata da un consigliere comunale iscritto a Comunione e Liberazione. Motivo dell’offesa sarebbe stata la citazione di fonti bibliche. “Per tutte le schede che farà rimuovere – si legge in un comunicato del Maurice -, non potrà mai cambiare la storia. Il revisionismo è una brutta malattia, ci sembrava non fosse di sinistra, ma anche su questo il sindaco ha voluto distinguersi”.

“Torino è sempre stata un faro per i diritti delle persone lgbt – continua il Maurice – e non sarà certo questo gesto a riportarci indietro di anni e lo dimostreremo al signor sindaco, anche se ci costerà giorni di movimentazione, a costo di fare un Pride al giorno!”.
“Siamo preoccupati che il Comune di Torino, fondatore e capofila della Rete delle Amministrazioni locali che lottano contro l’omofobia – incalza Certi Diritti -, abbia assunto una decisione così immotivata e simbolicamente così grave”. Certi Diritti, che chiede a Fassino di motivare più chiaramente la decisione, ha messo a disposizione le schede rimosse dal sito che ora sono consultabili cliccando qui .