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TV: appelli per il salvataggio di Gay.tv

Un indubbio impoverimento del panorama televisivo italiano. Grillini e Mancuso a sostegno dell’emittente satellitare imitatissima ma non sostenuta da adeguati investitori pubblicitari.

MILANO – Si moltiplicano gli appelli pubblici contro l’annunciata chiusura del canale televisivo Gay.tv, coraggiosa iniziativa imprenditoriale purtroppo non adeguatamente sostenuta da investimenti pubblicitari, cosa che ha anche molto limitato l’offerta di programmi che la rete ha potuto offrire. Tuttavia in questi cinque anni di vita Gay.tv ha proposto molte ore di buona televisione per forza di cose a basso budget e mantenuto aperta una finestra rivolta alla comunità GLBT, e non solo. L’editore di Gay.tv Massimo Scolari ha reso noto che era stata avanzata la richiesta di poter includere Gay.tv nel bouquet di Sky Italia, ma che era stata respinta. Attraverso il sito internet di Sky stanno in queste ore arrivando a Sky tantissime email di sostegno per far sì che la bella avventura di Gay.tv non finisca, una mobilitazione di base a cui tutti possono dare il loro contributo.
Tra i volti noti del movimento omosessuale Franco Grillini, deputato dell’Ulivo, ha detto che «la chiusura di Gay.tv è un danno grave per il panorama televisivo italiano, e naturalmente per la comunità lgbt italiana che perde una voce autorevole e uno strumento insostituibile di informazione ed espressione. Per questo è auspicabile una campagna per il salvataggio dell’emettente televisiva. Pensiamo per esempio alla Rai, che potrebbe mettere a disposizione della Tv uno dei propri canali satellitari, o a Mediaset, che potrebbe decidere di investire in questo settore. Considerato poi, che il panorama della Tv è variegato, sarebbe interessante che anche altri operatori privati della Tv satellitare o in chiaro si interessassero alla vicenda.» Grillini ha ricordato di come la rete abbia «dimostrato ampiamente la plausibilità di un canale a tematica lgbt aperto a tutti» e ha voluto esprimere un «personale ringraziamento a Massimo Scolari, editore di Gay.tv, per aver creduto ed investito nel settore e a tutti coloro che sono stati protagonisti di questa splendida stagione televisiva che spero non si concluda il 31 gennaio prossimo.»
Anche per il segretario nazionale di Arcigay Aurelio Mancuso «la chiusura di Gay.tv, il primo esempio di canale televisivo italiano dedicato ai temi gay, rappresenta un impoverimento per la televisione italiana e per la comunità lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, transgender). La penuria di investimenti pubblicitari – continua Mancuso – è l’ennesimo segnale di arretratezza dell’Italia sulla questione omosessuale, che si unisce al ritardo politico sulla parità dei diritti e alla propensione di lesbiche e gay italiani a nascondere il proprio orientamento sessuale, molto più che in altri paesi dell’Europa e del Nord America.» Per Mancuso se Gay.tv fosse spenta si perderebbe «una voce indipendente e appassionata della comunità lgbt italiana, di indiscussa qualità e capace di parlare ad un pubblico gay ed eterosessuale» e che «per anni ha contribuito a ridurre l’isolamento di tante persone omosessuali lontane dai grandi centri metropolitani, e a costruire una comunità lgbt nazionale più consapevole e coesa.» (Roberto Taddeucci)