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“Un bambino? Né a una coppia gay né a Riina”, parola di Guido Podestà

Il presidente della Provincia di Milano, esponente dell’NCD, intervistato da Klaus Davi ha dichiarato di essere contrario al matrimonio gay ed anche alle adozioni: “Non esiste proprio” ha detto.

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Se dovessi scegliere tra affidare un bambino ad una coppia gay o a Totò Riina, piuttosto lo prenderei io”. Così Guido Podestà, presidente della Provincia di Milano ha risposto a Klaus Davi che gli chiedeva la sua opinione sulle adozioni gay. Nell’ambito della sua trasmissione in streaming su YouTube, il giornalista ha prima chiesto a Podestà, ex berlusconiano ora in forze all’NCD di Alfano, cosa ne pensasse, da liberale dei matrimoni gay. “Sono liberale e credo che il matrimonio sia un legame tra donna e uomo e che la famiglia sia una congiunzione tra un uomo e una donna che se sono fortunati avranno la gioia di avere dei figli”. E già qui il pensiero di Podestà appare chiaro, ma continua con il classico tentativo di affrancarsi dall’accusa di omofobia. “Ho moltissimi amici gay – prosegue – io credo che debbano avere il massimo di garanzia e le tutele possibili, ma la famiglia è cosa diversa da una coppia omosessuale”.

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“E l’adozione?” incalza Davi. “Non esiste proprio – esordisce netto il presidente -. Perché io credo che un bambino debba avere in partenza i due riferimenti, che sono diversi e complementari”. Ed è qui che Davi, per costringere Podestà ad andare oltre. “E’ meglio una coppia gay come padre gay o un padre come Vallanzasca?” chiede. “Un padre come Vallanzasca non lo auguro a nessun bambino – precisa Podestà -. Sul fatto di pensare un bambino allevato da due uomini o da due donne, credo che non facciamo il bene del bambino”. E tira in ballo i servizi sociali e l’affido temporaneo, ma ulteriormente incalzato, dovendo scegliere tra una coppia gay e un delinquente del calibro di Riina, Podestà chiosa: “Me lo predo io. Ho già quattro figli, sarei felice di prenderne un quinto”.