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UN GAY ALLA COMUNIONE

“Da quando so che la Chiesa condanna l’omosessualità, non mi sono più confessato. Ora vorrei riavvicinarmi”. E don Franco: “La gerarchia non è la Chiesa. Ci sono preti non papalini”.

Caro Leo, sono un ragazzo di 17 anni e so di essere di gay fin dall’età della scuola media, ho avuto un insegnamento religioso Cattolico e credo profondamente nell’esistenza di Dio, da quando so che per la Chiesa l’omosessualità è un peccato non mi sono più confessato né avvicinato al sacramento della comunione, infatti, so che la confessione è valida solo se il confessato è pentito dei suoi atti e intende cambiare vita, ma io non sono affatto pentito della mia omosessualità anzi, la vivo molto serenamente.
Ora però dopo molti anni vorrei riavvicinarmi alla comunione senza però dovermi pentire di essere diverso, come posso fare? Vorrei inoltre sapere con quale verso della Bibbia la Chiesa giustifica la sua posizione contro i Gay? Come mai tanto accanimento?
Spero che risponderai alla mia lettera
Ciao Massy

Caro Massy,
la tua breve lettera contiene, tra le altre una espressione molto felice e positiva: “Io non sono affatto pentito della mia omosessualità, anzi, la vivo molto serenamente”.
1) Intanto mi compiaccio con te perché questo mi sembra l’atteggiamento “giusto” e costruttivo: vivere così come sei.
Saresti davvero triste se tu ti pentissi della tua omosessualità, se cioè la rifiutassi o la vivessi con senso di colpa. L’omosessualità come non è una malattia da curare così, per un credente, non è un peccato di cui pentirsi. Questo oggi è un punto ben assodato, una certezza che deriva sia dalla scienza che da gran parte della ricerca biblica e teologica.
2) Il guaio, semmai, sta sia nel pregiudizio socialmente diffuso, sia nell’insegnamento catechistico tradizionale. Ma … attento, caro Massy. Tu sei certamente in grado di capire che nella storia della chiesa cattolica la gerarchia ha “arrostito”, bruciato, inquisito, sterminato un sacco di gente che aveva solo il “torto” di disobbedire ad un potere che aveva (ed ha ancora) la pretesa di essere la “bocca di Dio”. La gerarchia, come ci insegnano migliaia di teologi cattolici, è prigioniera della propria presunzione. Essa ha appoggiato tiranni e torturatori (io ricordo benissimo lo scandalo dell’incontro dell’attuale papa con il dittatore del Cile quasi a santificare il colpo di stato di Pinochet contro il governo democratico di Allende), ha condannato Galileo, Giordano Bruno, ha messo al rogo le donne “ribelli” come streghe, ha concorso allo sterminio degli ebrei e l’elenco potrebbe continuare.
Una gerarchia così, come può riconoscere che le differenze sono ricchezze da valorizzare?
Il tuo punto di riferimento non può più essere ciò che pensa la gerarchia ma la testimonianza di Gesù di Nazareth che non ha discriminato nessuno/a in base alla cultura, alla religione, all’identità affettiva e sessuale. Gesù è il testimone di Dio per noi cristiani.
3) Quanto alla Bibbia, è ovvio che se ne può fare una lettura ad uso del potere. Puoi trovare nella Bibbia almeno un centinaio di volte l’ordine di Dio di “uccidere” o “sterminare”. Se non si collocano i singoli testi nel loro preciso contesto letterario, culturale e storico, puoi far dire alla Bibbia tutto e il contrario di tutto.
Ti consiglio intanto di leggere due piccoli libri: “Il posto della’altro” (Edizioni la meridiana) e “Bibbia e omosessualità” (Editrice Claudiana). Se avessi il tuo indrizzo postale ti farei giungere alcuni miei scritti.
5) Mi domandi la ragione di tanto accanimento della gerarchia contro i gay e le lesbiche.
A volte, in verità, l’accanimento è mascherato e “travestito” di “misericordia”, “comprensione” e simili linguaggi pelosi. Questo accanimento ha radici nella cultura autoritaria, patriarcale, sessuofobica che ha seminato disprezzo per il corpo e diffidenza per il piacere. L’omosessualità non viene colta nella sua valenza affettiva, nella realtà dei sentimenti, nel rispetto delle differenze.
Poi … una gerarchia fatta in larga misura da maschi celibi e spesso infelici come può guardare con occhio limpido all’amore, ai sentimenti, alla sessualità, alla intimità di una relazione?
Vai avanti con gioia e sappi che le maledizioni della gerarchia spesso sono il segno della benedizione di Dio.
Vai alla comunione in tutta tranquillità. Se vorrai sapere il nome e l’indirizzo di qualche prete non papalino, fammi sapere in quale città abiti.
Ti abbraccio con tanto affetto.
don Franco Barbero (franco.barbero@viottoli.it – www.viottoli.it)

di Franco Barbero