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UN GAY TRA I DELITTI LUNARI

Nel romanzo “Rupes Recta” un ‘Ricordante’ omosessuale è coinvolto in una catena di omicidi sulla Luna. Intervista con l’autrice Clelia Farris: ‘È lui che ha scelto di essere gay’.

C’è un genere letterario nel quale, per eccellenza, la diversità degli “altri” è un elemento fondamentale: è la fantascienza. In ambito televisivo si discute da anni se in una serie da sempre all’avanguardia come Star Trek non sarebbe l’ora di introdurre un personaggio apertamente omo. In letteratura gli esempi non mancano e adesso si aggiunge alla lista un nuovo, interessante romanzo italiano intitolato “Rupes Recta“, vincitore dell’ultima edizione del Premio Fantascienza.com e da poco pubblicato da Delos Books.

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La vicenda si svolge in un futuro nel quale la Luna è ormai una colonia abitata e indipendente, sulla quale si è sviluppata una cultura diversa da quella terrestre, molto incentrata sulla spiritualità, molto superstiziosa e dove è usanza comune andare in giro col volto coperto da una maschera. Il satellite è adesso sconvolto dai delitti compiuti da uno spietato serial killer, che è stato ribattezzato “l’assassino della mezzaluna”. Il protagonista del romanzo si chiama Mikhail Beltrami ed è un Ricordante, ovvero una persona che è stata addestrata per ricordare con estrema esattezza ogni particolare o cosa. Mikhail aveva un compagno, Andrej, deceduto in un incidente aereo. La loro figlia adottiva, Neith, è una soldatessa ed entrambi finiranno coinvolti negli eventi collegati ai delitti dell’assassino della mezzaluna…
Si tratta di un romanzo molto ricco di spunti, con una trama densa e personaggi molto ben dettagliati psicologicamente, ancora più apprezzabile e meritevole di attenzione se si considera che l’autrice Clelia Farris è un’esordiente. Ha cortesemente accettato di essere intervistata e la prima domanda non poteva che essere la seguente:
Clelia, come mai la scelta di un gay come personaggio principale?
Non sono stata io a scegliere Mikhail, lui mi ha scelta per esistere. Il suo orientamento sessuale fa parte della sua personalità, al pari di altri aspetti come la sua forte integrità morale, il suo essere possessivo o malinconico. Non credo che Mikhail sarebbe lo stesso se fosse eterosessuale. Non riesco neppure ad immaginarlo fidanzato o sposato con una donna! D’altra parte, uno non si mette a tavolino a decidere la sessualità dei propri personaggi. Almeno non io. Quando inizio a scrivere conosco solo alcuni aspetti dei personaggi, il resto si svela strada facendo. Cerco sempre di assecondarli, perché non è salubre per il romanzo che lo scrittore si metta a fare a braccio di ferro coi suoi eroi, perciò quando è saltata fuori l’omosessualità di Mikhail gli ho detto “Ah, sei così? Non lo credevo” e lui mi ha risposto “Che tu lo creda o non lo creda sono proprio così”.
Con la svolta di Zapatero in Spagna e la discussione del PaCS nel nostro parlamento si fa un gran parlare dei riconoscimenti giuridici per le coppie gay e lesbiche. Che opinione hai su questo argomento?
Penso che famiglia sia una parola che designa un concetto; il concetto, come tutto ciò che appartiene all’umanità, è qualcosa che si evolve nel tempo, per fortuna. Sarebbe terribile se non ci fosse quest’evoluzione. Mi sembra che in Italia i tempi siano maturi per un riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, omosessuali e no. Sarebbe necessario pensare a una forma di “contratto di vita a due” che tuteli la coppia, senza peraltro simulare un matrimonio in senso classico. Bisognerebbe andare oltre le vecchie formule, creare davvero un nuovo tipo di famiglia che non abbia bisogno di essere legittimato dal matrimonio.
E sul tema delle adozioni? Nel tuo romanzo Mikhail e il suo compagno hanno potuto adottare e crescere una bambina…
Neith è una bambina fortunata, vive nel futuro, dove le adozioni da parte di una coppia omosessuale sono un evento consolidato e perfino banale. In realtà, più che sottolineare la particolarità della famiglia di Neith, volevo parlare di ciò che lega gli esseri umani. Nonostante che Andrej, il compagno di Mikhail, sia una persona accattivante, capace di intrattenere un rapporto facile e spontaneo con la figlia, perché quest’ultima è più affezionata all’altro padre? Mikhail è sempre stato consapevole delle sue difficoltà ad assumere il ruolo paterno, e tuttavia le affinità di pensiero tra lui e Neith hanno giocato un ruolo maggiore. Il caso li ha messi assieme in una relazione di tipo genitoriale ma poi loro due si sono “scelti” liberamente in base alle regole dell’amore, un sentimento che non segue le umane definizioni.
Spiegaci il titolo del romanzo.

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Sulla Luna esiste realmente una formazione rocciosa che si chiama Rupes Recta, e ha un aspetto regolare e simmetrico, tanto da sembrare costruita ad arte. Questo perché qualcuno ha visto una nota di snobismo nel titolo latino del romanzo. Dal punto di vista del ruolo particolare che la Rupes riveste per gli abitanti della Luna il riferimento è al Muro del Pianto di Gerusalemme. Ho pensato che in un mondo così disumano come la società lunare il rimpianto fosse indirizzato ai sentimenti perduti, a ciò che manca a ognuno di noi, alla memoria stessa, che fonda l’unità della persona. In un certo senso è la concretizzazione minerale di Mikhail, che già di suo è un tipino roccioso, soprattutto negli affetti, ma lo raffigura a pennello in quanto contenitore dei ricordi dell’umanità stessa; in fondo, la vita e le vicissitudini di Mikhail sono rappresentative della vita di molte persone.
Perché sulla Luna da te immaginata è uso comune indossare delle maschere?
Le maschere lunari hanno una doppia funzione: difendono la pelle dalla violenza dei raggi solari, che la precaria atmosfera lunare non riesce a filtrare, e proteggono dal malocchio. Gli abitanti della Luna sono tutti, in forma più o meno grave, superstiziosi; temono gli effetti della magia, le conseguenze delle maledizioni e degli incantesimi. Mi sono ispirata alle maschere della Sartiglia, una competizione equestre che si svolge ad Oristano ogni carnevale da cinquecento anni; i contendenti portano tutti una maschera bianca priva di espressione, un volto impassibile e bellissimo. Mentre i cittadini lunari hanno maschere variopinte e personalizzate Mikhail è l’unico a indossare una maschera bianca. Il bianco è il suo colore del lutto, un colore che implica anche trasformazione, passaggio da una condizione ad un’altra.
Il romanzo “Rupes Recta” di Clelia Farris è acquistabile sul sito dell’Associazione Delos Books
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