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Un intervento di Obama potrebbe porre fine alla Proposition 8

Basterebbe una memoria scritta presentata dal Presidente degli Stati Uniti alla Suprema Corte per spingere i giudici a pronunciarsi contro l’odiata legge che vieta i matrimoni gay in California.

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Potrebbe essere un intervento diretto di Barack Obama a mettere la parola fine all’annosa questione della Proposition 8 in California. Dalla sua, infatti, la Casa Bianca ha uno strumento giuridico che, secondo alcune fonti, starebbe tenendo in considerazione. Si tratta dell’amicus curiae, ovvero una dichiarazione in forma scritta con la quale un soggetto non coinvolto direttamente nel processo può sottoporre all’attenzione del giudice, in questo caso della Corte Suprema, per informare la corte su certi aspetti della legge o su parti del caso escluse dal dibattimento per questioni giuridiche.
Di solito, a presentare questo genere di memorie sono le associazioni di carattere internazionale o enti riconosciuti.

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Di certo un intervento del genere da parte di Washington avrebbe un peso non indifferente nella decisione della Corte Suprema che si deve esprimere entro il 26 marzo sulla Proposition 8 e poi sul Defence of Marriage Act.
In molti pensano che Obama potrebbe davvero inviare un documento del genere, soprattutto dopo il riferimento fatto alle coppie gay durante il suo secondo discorso di insediamento e l’apertura al matrimonio in campagna elettorale. Certo è che, sempre che il presidente intenda intervenire in questo modo, ha tempo per farlo solo entro il 28 febbraio e il tempo stringe.