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Un monsignore ricorda le vittime gay del nazismo

Il Vaticano ricorda che milioni di persone – tra cui ebrei, omosessuali, slavi, disabili – sono stati uccisi nel totale disprezzo della loro “dignità umana”.

CITTA’ DEL VATICANO – A sessanta anni dalla liberazione dai campi di sterminio nazisti il Vaticano invita a non dimenticare “il terrore di cui l’uomo è capace” e ricorda che milioni di persone – tra cui ebrei, omosessuali, slavi, disabili – sono stati uccisi nel totale disprezzo della loro “dignità umana”.
Si è espresso in questi termini mons. Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, intervenendo lunedì alla commemorazione all’Onu del sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti.
Mons. Migliore ha ricordato la soppressione di ebrei, slavi, disabili, omosessuali e oppositori politici da parte del nazismo e ha sottolineato il tentativo massiccio di sterminare il popolo ebraico. Per questo, ha detto, la Shoah è “uno dei capitoli più oscuri del ventesimo secolo e rimane come un fatto unico, un livello vergognoso nella storia dell’umanità e nelle coscienze di tutti”.
Il vescovo ha poi ricordato quanto il Papa disse visitando Auschwitz nel ’79 e cioè che dobbiamo “il grido delle persone martirizzate cambi il mondo verso il meglio”.