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UN PRETE, UNA SUORA, I GAY

Suor Jeannine Gramik e Padre Nugent, che sono stati sanzionati dal Vaticano per la loro attività con persone omosessuali, sono in Italia. Il resoconto del loro primo incontro.

ROMA – Vivere da cattolici osservanti la condizione di omosessuale, guardando ad essa, quindi, in prospettiva sia teologica che pastorale e nella convinzione della evoluzione possibile dell’insegnamento della Chiesa.
Questo l’obiettivo al quale due religiosi statunitensi, suor Jeannine Gramik e padre Robert Nugent hanno dedicato piu’ di 25 anni della loro vita, sia sul piano dell’attivita’ pastorale, ossia prendendosi cura di persone omosessuali, sia affrontando il punto di vista teologico della loro condizione. La loro azione e’ stata fermata, il 31 maggio 1999 da una notificazione della Congregazione vaticana per la dottrina della fede, che, accusando il loro insegnamento di “errori e ambiguita'” e di “non coerenza” con l’insegnamento della Chiesa, ha “permanentemente vietata” ad entrambi “ogni attivita’ pastorale in favore delle persone omosessuali”.
Tra i punti centrali della contestazione vaticana c’era il volume ‘Building Bridges. Gay and Lesbian Reality and the Catholi Church’ pubblicato negli Usa nel 1992, del quale ora esce l’edizione italiana col titolo ‘Anime gay. Gli omosessuali e la Chiesa cattolica’ (Editori Riuniti, 14 euro), che aggiunge all’edizione americana una raccolta di materiali relativi alla storia di suor Gramik e padre Nugent, fondatori nel 1977 dell’organizzazione New Ways Ministry per promuovere “giustizia e riconciliazione fra lesbiche e omosessuali cattolici e la piu’ vasta comunita’ cattolica”, che hanno risposto alla imposizione del card. Ratzinger dicendo di voler obbedire.
La vera questione, per i due religiosi, appare essere quella della cultura dominante all’interno della Chiesa, che e’ “fissa” ad una lettura della Bibbia e dei Vangeli che non tiene alcun conto di alcune considerazioni delle scienze sociali e psicologiche. Acquisito, almeno sul piano dei principi, il diritto al rispetto e alla non-discriminazione anche all’interno della Chiesa cattolica, l’oggetto del contendere, negli scritti dei due religiosi, appare piuttosto l’affermazione del diritto degli omosessuali a non essere piu’ considerati, e trattati, da “diversi”, in quanto portatori di tendenze “non naturali”, che per questo portano al giudizio di “malizia intrinseca degli atti omosessuali” e di “disordine oggettivo dell’inclinazione omosessuale”.
Avendo presente soprattutto l’esperienza statunitense, che peraltro ritengono di grande peso sull’intero mondo cattolico, al quale lo sguardo vuole allargarsi, i due religiosi appaiono convinti della possibilita’ di una evoluzione teologica che arrivi al superamento del “dio” dell’eterosessualita’. Sul piano pratico si porta l’esperienza di omosessuali cattolici che “dopo aver devotamente esaminato la verita’ della loro esperienza esistenziale, hanno concluso che i loro rapporti sessuali d’amore non solo sono compatibili con il credo e la prassi cattolica, ma rappresentano anche una fonte di nutrimento per la loro vita cristiana. E hanno preso la personale e consapevole decisione di esprimere la loro identita’ sessuale in modo sano, umano e spiritualmente fecondo”.