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Un referendum per eliminare il “gender” dalla scuola pubblica

Undici cittadini hanno promuoveranno un referendum contro l’art.16 della Buona Scuola.

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Un referendum per eliminare ogni chance di educazione alle differenze nella scuola pubblica. Come? Eliminando dalla cosiddetta “buona scuola” qualsiasi riferimento al “genere”. La notizia trapela dalla Gazzetta Ufficiale del 27 agosto scorso che contiene un comunicato della Corte di Cassazione in cui si legge che è stata presentata una richiesta di referendum popolare da parte di “11 cittadini italiani, muniti dei certificati comprovanti la loro iscrizione nelle liste elettorali”.
Il quesito recita: “Volete voi che sia abrogato il comma 16 dell’art. 1 della Legge 13 luglio 2015, n. 107 (“Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”), limitatamente alle parole “di genere” e “al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall’articolo 5, comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, nel rispetto dei limiti di spesa di cui all’articolo 5-bis, comma 1, primo periodo, del predetto decreto-legge n. 93 del 2013”?

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Stiamo parlando dell’articolo della riforma della scuola accusato di volere introdurre l’inesistente “teoria del gender”, contro cui in queste settimane circolano messaggi allarmistici e terrorizzanti indirizzati a ignari genitori per convincerli che le associazioni lgbt, in combutta con il governo, vogliono introdurre nelle scuole programmi che costringerebbero i bambini ad atti sessuali con altri bambini dello stesso sesso, masturbazione precoce ecc. Tutte cose che, come abbiamo più volte dimostrato , non hanno alcun fondamento.
Il comma della legge che si vuole abolire, in realtà, non fa alcun riferimento neanche ai gender studies, ma punta a educare i ragazzi alla parità di genere che riguarda non solo i giovani lgbt (o percepiti come tali) vittime di bullismo omofobico, ma anche le bambine e le ragazze eterosessuali, vittime di stereotipi di genere sedimentati in secoli di cultura prevalentemente maschilista.

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Ecco il testo completo del comma (la legge si può trovare a questo link ): ” 16. Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall’articolo 5, comma 2, del decreto‐legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, nel rispetto dei limiti di spesa di cui all’articolo 5‐bis, comma 1, primo periodo, del predetto decreto‐legge n. 93 del 2013″.
Per questo referendum dovranno ora essere raccolte le firme (500.000 secondo quanto stabilito dalla Costituzione). Il testo dovrà poi passare l’esame di costituzionalità prima che il referendum venga indetto e gli italiani chiamati al voto.