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UN VIDEOGAME OLIMPICO

Esce il gioco ufficiale delle XX Olimpiadi invernali Torino 2006. Otto discipline per sentirsi protagonisti sulle piste dei campioni. Buona grafica ma qualcosa poteva essere fatto meglio.

In questi giorni gli occhi del mondo sono concentrati sul capoluogo piemontese (forza torinesi, siamo tutti con voi!) per la XX edizione dei giochi olimpici invernali: giochi arrivati ad imporsi sulla scena nazionale quasi in punta di piedi. In Italia infatti lo spirito olimpico si è reso palpabile solo a ridosso della manifestazione e per alcuni si è acceso solamente nel vedere l’olimpica Carla Bruni in Armani sfilare reggendo un tricolore mai così verde, bianco e rosso. Mitologica.
Chi invece sembra essersi mosso per tempo è 2k Sports, la succursale di Take-Two Interactive che ha già prodotto Torino 2006 (e non Turin 2006! Un po’ di sano patriottismo non guasta mai!), il videogioco ufficiale della manifestazione studiato per permettere al giocatore di conoscere e mettersi alla prova in ben otto discipline: sci alpino, salto, pattinaggio di velocità, sci di fondo, biathlon, bob, slittino e combinata nordica.

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Torino 2006 prevede tre livelli di difficoltà per ciascuno sport, nonché l’opzione multiplayer fino a 4 giocatori. Si può scegliere di affrontare gare singole o combinazioni di nove o quindici gare: le otto discipline si sviluppano infatti in 15 eventi sportivi, valendo la distinzione ad esempio tra il bob a quattro e il bob femminile.
Distinzione che in realtà non c’è. La prima pecca che si nota infatti è una certa ripetitività negli schemi di gioco offerti. Se gli eventi proposti sono nominalmente 15, le strutture di gioco chiaramente distinguibili sono solo la metà. Si prendano ad esempio lo slittino, il bob a quattro e il bob femminile: al di là del numero o del sesso degli atleti, o della forma del mezzo, la modalità di gioco è la medesima e con un po’ di fortuna si arriva al traguardo senza toccare il joy-pad. Lo stesso può dirsi del salto dal trampolino, normale o grande che sia, e della combinata nordica, o ancora degli eventi di sci alpino, praticamente identici tra loro.

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In secondo luogo, occorre sottolineare l’assoluta banalità della meccanica di gioco. Ora, si può giocare anche in famiglia e per carità la vecchia nonna ha diritto come gli altri di arrivare al traguardo, però da giocatore medio-tendente-al-basso mi sono sorpreso della monotonia dei comandi: nel salto si pigia X per partire, si sfiora la leva analogica sinistra per bilanciare l’alter-ego e si pigia nuovamente X per saltare. Nel bob basta la X per partire e qualche tocco alla leva analogica. Poi, che io sia riuscito a sbagliare anche questi semplici movimenti è un altro discorso…
Le uniche discipline interessanti sono il pattinaggio di velocità, in cui si deve coordinare l’uso dei pulsanti ai movimenti dell’atleta, e lo sci di fondo, in cui occorre bilanciare strategicamente lo sforzo sul percorso per non rimanere senza fiato.
Terza delusione: il gioco permette di indossare la divisa del paese che si preferisce. Tuttavia l’alter-ego rimane sostanzialmente invariato, se non per i colori della divisa, e non assume alcuna identità caratteristica (per capirci, non ci si può illudere di controllare i movimenti di Giorgio Rocca!). Ugualmente non c’è interazione con gli altri atleti, non li si può superare in velocità o in salto, né per assurdo tagliar loro la strada o farli cadere (alla faccia dello spirito olimpico). Se quasi ogni videogioco sul calcio include le riproduzioni virtuali dei calciatori in campo o rispecchia le formazioni delle squadre reali, non mi spiego come una simile attenzione non si sia posta ad un’edizione olimpica: qui si gioca con Computer 1, computer 2 e computer 3, che magari a conoscerli sono anche simpatici, ma a prima vista sono decisamente freddini. Un peccato quindi non si sia curato l’aspetto agonistico della manifestazione (se non parzialmente nel multiplayer). Insomma scendere in slittino con un omino anonimo e farlo con Armin Zoeggler sono cose ben diverse, sbaglio?

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Da un punto di vista grafico Torino 2006 ha un suo fascino: le animazioni introduttive agli impianti hanno un certo impatto, con una regia dinamica a volo d’uccello sulle piste e sui trampolini. In fase gioco, tuttavia, la grafica si appiattisce e l’insieme degli indicatori visibili risulta piuttosto scarno. Divertente il sonoro: oltre al clamore della folla, infatti, capita ogni tanto di sentire l’abbaiare di un cane in lontananza o il rintocco di campane, suoni che fanno parte della nostra tradizione e che donano quindi un pizzico di realtà al contesto virtuale. Altrettanto divertenti sono le due voci fuori campo che accompagnano ogni fase di gara, commentando le performance dei giocatori. Ovvio che mi sono dovuto sorbire giudizi tipo: “Una partenza così brutta non la si vede spesso”, “Deludente”, “Sembra stia fermo”, “Mannaggia”, “Un piazzamento nei primi posti con questa prestazione non è possibile”. Idea carina, non fosse che a volte c’è la sensazione quei commenti siano casuali, o peggio in loop. Mi è capitato di sentire un “Ottimo tempo intermedio” nel bob, giacendo il joypad abbandonato sul divano. Non vi dico la rabbia…
Alla fine, Torino 2006 è un modo carino per trascorrere un po’ di tempo con gli amici, soprattutto ora che lo spirito olimpico ci riscalda ed entusiasma. Rimane tuttavia una grossa occasione perduta di produrre qualcosa di memorabile.
TORINO 2006 per PS2
Genere: Sportivo
Produttore: Take-Two Interactive – 2k Sports
Distributore: –
Per 1-4 giocatori.
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di Osman Pastorello