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Unioni civili: nasce il registro nazionale

Presentata oggi la prima anagrafe delle coppie LGBT. Il 18 e il 19 ottobre si celebreranno le prime unioni in 53 città italiane. Il registro potrebbe essere la base per il riconoscimento legale.

Mentre fervono i preparativi per il Pride di sabato prossimo a Bologna, le maggiori associazioni LGBT italiane lanciano un’iniziativa in preparazione per il prossimo autunno. Il 18 e il 19 ottobre, infatti, l’appuntamento è in 53 città italiane per celebrare, pubblicamente, matrimoni tra gay, lesbiche e trans di tutta la Penisola. Sarà l’atto ufficiale di creazione del registro nazionale delle coppie omo e transessuali. L’obiettivo è di estendere l’iniziativa ad una ottantina di capoluoghi.
La campagna inizia, dunque, in occasione del Pride e mira ad individuare in ogni città la sede in cui verrà depositato il registro provinciale: un comitato nazionale formato da tre eminenti figure del mondo giuridico, culturale e sociale ne sarà garante e i dati raccolti verranno messi a disposizione degli istituti di ricerca e di statistica, che oggi faticano a fare una fotografica esatta delle unioni omosessuali nel Paese.

A lanciare ufficialmente l’iniziativa è stata, durante la conferenza stampa di oggi di presentazione del corteo di sabato prossimo, Francesca Polo, presidente nazionale di Arcilesbica, ma la campagna è organizzata e promossa dalle maggiori associazioni italiane tra cui l’Arcigay, l’Agedo, il Movimento italiano transessuali e l’associazioni Famiglie Arcobaleno. Tra gli obiettivi c’è anche quello di far diventare il matrimonio collettivo un’iniziativa periodica da organizzare in date fisse, nell’arco dell’anno, legate a ricorrenze storiche di rilievo per la comunità LGBT. 

"Per noi è importante che l’esistenza di coppie, che spesso hanno una relazione da tempo, sia scritta anche su carta" ha dichiarato Francesca Polo. Del resto, sia il disegno di legge dei Di.Co di Rosy Bindi e Barbara Pollatrini che i Cus proposti da Cesare Salvi, prevedevano alcuni anni di convivenza certificata tra i componenti della coppia perché i diritti sanciti venissero effettivamente riconosciuti. Un registro nazionale delle coppie di fatto, ufficializzato da un comitato di controllo, potrebbe essere la base in vista di un vero e proprio riconoscimento giuridico. "Il registro – ha spiegato Aurelio Mancuso presidente nazionale di Arcigay – sarà anche un occasione per fare emergere le tante unioni clandestine".