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Unioni civili: PD per l’approvazione in Senato ai primi di dicembre

Buone notizie dal fronte. Anche il Ministro Orlando favorevole. Scontri in Forza Italia

Ci sarebbe una accelerazione sulle unioni civili: secondo alcuni osservatori la sentenza del Consiglio di Stato e le inevitabili polemiche dopo la scoperta che il relatore fosse cattointegralista e membro dell’Opus Dei, hanno paradossalmente indotto i vertici del Partito Democratico in Senato a decidere di chiudere più alla svelta di quanto si pensasse il capitolo ddl Cirinnà. Non sarebbe una coincidenza, perché la sentenza, aldilà delle polemiche sul giudice Deodato, ha richiamato in qualche modo la politica al suo ruolo di legislatore; e perché proprio l’inevitabile forzatura di un giudice non semplicemente cattolico ma così schierato da twittare post delle Sentinelle in Piedi ha consigliato a tanti che occorre fare e fare presto.

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Stamani ad esempio Repubblica – sulla cui attendibilità però non mettiamo la mano sul fuoco, avendo già sbagliato in altri momenti ma sempre sulle unioni civili – sostiene che i vertici del Partito Democratico in Senato avrebbero deciso di rompere gli indugi ed confermare l’approvazione in aula del ddl Cirinnà così come è, stepchild adoption compresa, subito dopo la legge di stabilità e quindi ai primi di dicembre. Pare sia stato lo stesso Matteo Renzi a prendere questa decisione ed a confermare in qualche modo l’alleanza su questo proveddimento con i 5 Stelle, lasciando al palo gli alleati di governo che sul tema, come si sa, sono intransigenti. E’ stato lo stesso capogruppo del PD in Senato, Zanda, a indirettamente confermare ieri questa voce. Pare che presto si terrà una Direzione del PD, nella quale il provvedimento verrebbe confermato, lasciando probabilmente il diritto all’obiezione di coscienza sul tema specifico della stepchild, dove vi sarebbe anche il voto segreto.

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E’ anche lo stesso ministro della Giustizia, Andrea Orlando, sempre su Repubblica a confermare questa decisione, ricordando che la sentenza della Corte Europea di Giustizia impone all’Italia di riconoscere le coppie di fatto del medesimo sesso: “l’Italia ha un obbligo giuridico a intervenire su questo tema sulla base di una sentenza della Corte di Strasburgo del 21 luglio 2015. In cui si dice chiaro e tondo che l’attuale assetto normativo non tutela i diritti di una parte dei cittadini italiani. Da qui si deve partire”, ha dichiarato il Ministro. Che poi sottolinea: “Unioni civili e matrimoni sono due cose oggettivamente diverse. Oggi in Parlamento ci sono le condizioni politiche per realizzare le prime, rispondendo così a quel richiamo di Strasburgo”. E sui tempi: “la sentenza di Strasburgo pone oggettivamente l’esigenza di un intervento rapido”. Ancora, sulle alleanze il Ministro ha ricordato che “nella storia del riconoscimento dei diritti civili nel nostro Paese le maggioranze parlamentari su provvedimenti come divorzio e aborto sono sempre stata diverse da quelle che sostenevano i governi dell’epoca.” Infine, il Ministro si dichiara favorevole a stepchild e persino alle adozioni.

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Mentre nel PD si chiariscono le posizioni, è in Forza Italia che monta la polemica. Berlusconi, come del resto ci aveva preannunciato Michela Vittoria Brambilla in una bella intervista , valuterebbe lo schema della «libertà di coscienza» anche se non vuole schierarsi contro, essendosi già pronunciato a favore in passato. Una parte significativa dei parlamentari suoi però sarebbe contro a questa linea di apertura: “La maggioranza di noi è contraria a qualsiasi estremizzazione che vada nella direzione di equiparare le coppie omosessuali a quelle etero”, è l’analisi di Gasparri, secondo il quale “Forza Italia deve avere una sua linea rispetto alla quale, a quel punto, ciascuno potrà muoversi seguendo la propria coscienza”. E’ quindi probabile che dentro Forza Italia si vada presto a una conta: il primo capitolo del derby azzurro tra laici e cattolici si è consumato lunedì sera, nella riunione congiunta dei gruppi di Camera e Senato convocata proprio sulle unioni di fatto, dove in pochi si sarebbero dichiarati totalmente favorevoli al provvedimento. Il secondo capitolo non tarderà molto ad arrivare, perché nel giro di qualche settimana i gruppi parlamentari di Forza Italia saranno, a quanto si dice, nuovamente richiamati a decidere una linea comune. E questa volta in modo definitivo.