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UNO STOP ALLA VIOLENZA OMOFOBICA

Sabato 16 settembre a Viareggio alle 17 grande mobilitazione contro la violenza, per rilanciare un percorso che passa inevitabilmente attraverso educazione, tolleranza, diritti e inclusione sociale.

VIAREGGIO – I recenti casi di violenza contro persone omosessuali hanno fatto scattare un campanello d’allarme che è bene ascoltare per tempo. Negli ultimi tempi diversi fatti in varie parti d’Italia hanno avuto un minimo comune denominatore: l’odio verso alcune persone basato sul loro orientamento sessuale. A Torre del Lago, in Versilia, si aggrega ogni estate una visibile e chiara comunità composta da gay, lesbiche, bisessuali e trangender, a cui vanno aggiunti quei tanti amici eterosessuali che non hanno problemi a stare in compagnia di quelli che qualcuno si ostina a bollare come “trasgressori”. Proprio a Torre del Lago c’è stata prima l’aggressione al cuoco di un locale gay, poi il tentativo di un gruppo neofascista come Forza Nuova di opporsi al Gay Pride e poi, giusto poche settimane fa, la violenza carnale subita da una ragazza, Paola, violentata non solo in quanto donna ma soprattutto in quanto lesbica. I casi non riguardano certo solo la Toscana. Anche a Catania Forza Nuova ha cercato di bloccare il corteo del Pride, definito “vergognosa sfilata di pervertiti di ogni genere”: solo grazie all’intervento delle forze dell’ordine non ci sono stati incidenti. A Bologna invece l’intolleranza di chi non è in grado di accettare la diversità altrui si è manifestata in modo violento la settimana scorsa, nell’attacco a colpi di spranga subito da una coppia, Luca e Vincenzo, nelle vicinanze di un ritrovo dell’Arcigay. Ributtanti espressioni di violenza, figlia del pregiudizio, dell’ignoranza e dell’incapacità di accettare gli altri per quello che sono.
Condanna
Condanna di questi atti disgustosi e solidarietà e supporto verso coloro che ne sono stati vittime sono venuti da più parti. Il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, durante un dibattito, riferendosi al caso di Paola ha detto di trovare «particolarmente odiosa questa sottospecie dello stupro» che è la violenza, anche sessuale, nei confronti di omosessuali. «È uno sfregio alla diversità – ha detto il Ministro – Non voglio costringere tutti ad apprezzare la diversità, ma violentare una persona perché non la condivido è particolarmente grave». Il ministro Amato avrà venerdì un incontro con i parlamentari Titti De Simone, Vladimir Luxuria e Franco Grillini. Dalla capitale Mariella Gramaglia, Assessore alla comunicazione e le pari opportunità del Comune di Roma, si è detta «molto colpita dal ripetersi di questi gravi episodi, che mi sembrano un modo disperato per opporsi a una società che è cambiata e in cui le differenze sono accettate dalla grande maggioranza delle persone», aggiungendo di essere «preoccupata per le risposte non sempre all’altezza dei problemi che sono venute da più parti, anche da una chiesa più orientata al giudizio che all’accoglienza». Sul piano propositivo e positivo «La rete nazionale delle città gay friendly, che il Comune di Roma e il Comune di Torino hanno lanciato lo scorso giugno e che già raccolto un buon numero di adesioni, tra cui quella del Comune di Bologna, potrà senz’altro elaborare ulteriormente queste esperienze e metterle a disposizione di tutti, Parlamento e Governo inclusi».
Visibilità
Solidarietà alle vittime degli attacchi è venuta da Elio Bresso, Roberta Padovano e Christian Ballarin, portavoci del comitato organizzatore di Torino Pride 2006: «L’aggressione di due ragazzi omosessuali a Bologna la notte del 6 settembre e lo stupro di una donna lesbica il 18 agosto a Torre del Lago sono crimini di odio. Colpisce che accadano in luoghi, Bologna e la Versilia, dove le persone gay lesbiche e transessuali hanno conquistato una visibilità maggiore. La visibilità, che è affermare la dignità di essere ciò che si è e dà valore alle differenze e alle diversità, rende più esposto e dunque attaccabile chi lotta per i propri diritti. Le responsabilità sono molte: non solo quelle individuali di chi agisce la violenza, ma anche di quanti fomentano, a tutti i livelli, odio e disprezzo verso donne, gay, lesbiche, transessuali. Alle oscene dichiarazioni del vescovo di Bologna (“la violenza è cugina della trasgressione”) non si può che rispondere che il pregiudizio e l’ignoranza che dimostra con le sue dichiarazioni sono padri e madri dell’omofobia e della violenza che in queste settimane hanno colpito. Davanti alle campagne di odio e agli atti di violenza, chiediamo conto alla classe politica degli atti finora mancati, dalla legge contro le discriminazioni a quella parità dei diritti chiesta dal Pride nazionale il 17 giugno, con la forza dei suoi centomila partecipanti, rappresentanti di uno spettro amplissimo della società che crede e manifesta per i diritti di tutti/e e per il valore delle differenze».
Essere non è “trasgredire”
Anche il gruppo giovani
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Essere non è “trasgredire”
Anche il gruppo giovani di DìGayProject ha voluto, in una lettera aperta, schierarsi pubblicamente al fianco di chi, come facevano Luca e Vincenzo, «passeggia abbracciato l’un con l’altr*, o cammina felicemente mano nella mano. Siamo con chi questa forza non ce l’ha ed è costretto ad elemosinare un po’ di tolleranza. …E quando una macchina, con 3 idioti a bordo, si ferma per gridare quanto di più scontato una società omofoba come la nostra ci ha insegnato: “finocchi di merda”!” una frase sentita tante, troppe volte, in famiglia o tra gli amici. Monsignor Ernesto Vecchi, vescovo ausiliario di Bologna (leggi qua), cosa ci dice: “No agli assalti, ma la violenza è cugina della trasgressione.” Abbiamo capito tutti: due uomini o due donne che camminano abbracciati, compiono un atto “trasgressivo”, quindi è naturale che qualcuno ce la faccia pagare; non ha importanza che Luca e Vincenzo fossero degli onesti cittadini, che lavorassero o studiassero, se la sono cercata! Parole incomprensibili, se non fossero state pronunciate da un esponente della gerarchia cattolica, che da millenni avalla (se non addirittura compie!), le peggiori violenze. Noi staremo sempre qui, non ci piegheremo di fronte alla violenza! Siamo gay-lesbiche-bisessuali-transgender…e saremo sempre noi stessi!»
No alla violenza
Per dare una risposta forte e decisa a questi gravi fatti, sabato 16 settembre a Viareggio è stata organizzata una manifestazione per dire No alla violenza. L’appuntamento è alle ore 17 a Piazza Nieri e Paolini, davanti al Comune. Si tratta di una manifestazione promossa e sostenuta da un gran numero di associazioni e movimenti: Arci, Arcigay, Arcilesbica, Azione Gay e Lesbica, Casa delle donne, Cobas Scuola, Comunisti Italiani, Crisalide Azione Trans, Democratici di Sinistra, Federazione dei Verdi, Federazione dei Giovani Comunisti Italiani, Gruppo Uomini Viareggini, Ireos, L’altro volto, Laboratorio Antagonista Guernica, Laboratori per la democrazia, Movimento Identità Transessuali, Rifondazione Comunista, Sinistra Giovanile, Virutz. Per gli organizzatori della manifestazione «Stiamo assistendo ad un aumento della violenza dove i minori, le donne, le lesbiche, i gay, le persone transgender diventano le vittime più facili di un tentativo di fermare un processo di evoluzione della società che sa misurarsi con le differenze di genere, di orientamento sessuale, di religione e culturali. Crediamo anche che la sicurezza da più parti invocata non possa essere una risposta repressiva, bensì debba coniugarsi con maggiore libertà, più democrazia, cultura, inclusione sociale, valorizzazione delle differenze. C’è bisogno di una risposta forte di mobilitazione contro la violenza e di rilanciare un percorso culturale basato sull’educazione alla diversità attraverso il confronto, il rispetto e la tolleranza». Per Porpora del MIT «non è più tempo di aspettare, non è più tempo di scherzare, non si può rimandare. La nostra risposta deve essere chiara e immediata. Scendiamo in piazza, rispondiamo a monsignore, ai fascisti ai leghisti perché altrimenti diventeremo muti e noi invece abbiamo tanto da dire, da urlare e soprattutto da delirare…io voglio ridere non piangere». Per il circolo Arcilesbica di Pisa bisogna «Vivere, non sopravvivere; aprirci, non rinchiuderci nei ghetti; e (ri)affermare quello che a molti fa paura: la libertà di scelta, da adulti, oltre ruoli, oltre tradizioni stantìe e oltre false sicurezze. Più che mai convinte che questo sia qualcosa che migliorerà tutte le vite e tutta la società. Facciamo appello a tutti i collettivi, circoli e associazioni femministi, LGBTQ e non solo, perché in un sussulto di coscienza e di rabbia, siamo attivamente presenti a Viareggio, alla manifestazione il prossimo 16 settembre alle 17,30 per far sentire a Paola e alle altre la nostra solidarietà e riprendere con questa prima iniziativa la lotta comune»
Delegazioni e pullman da molte città
Aurelio Mancuso, Segretario nazionale Arcigay, rende noto che «sono previste delegazioni da tutte le città toscane, ma anche pullman da Bologna, dove qualche giorno fa due ragazzi sono stati aggrediti e picchiati all’uscita dalla sede di Arcigay. Sono inoltre attese delegazioni dei Comitati Provinciali di Arcigay e dei Circoli Arcilesbica. Al corteo saranno certamente presenti il deputato dei DS e leader storico del movimento omosessuale Franco Grillini e Titti De Simone, segretaria nazionale di Arcilesbica e deputata di Rifondazione Comunista, con loro sfileranno deputati ed amministratori locali e regionali della Toscana. Attesi inoltre alcuni messaggi di adesione, tra cui quello del Ministro delle Pari Opportunità, Barbara Pollastrini, che nei giorni scorsi ha convenuto sulla necessità che il governo appronti alcuni strumenti di intervento al fine di sconfiggere le violenze contro le donne e le persone lgbt. Al corteo parteciperanno con propri carri i locali LGBT di Torre del Lago».
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