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URBANI: PROTESTA DEGLI HACKER

La legge Urbani sulla pirateria informatica ha scatenato le ire di migliaia di frequentatori di internet, che hanno reagito mettendo a dura prova alcuni dei principali siti istituzionali.

ROMA – La legge Urbani sulla pirateria informatica ha scatenato le ire di migliaia di frequentatori di internet, che hanno reagito mettendo a dura prova alcuni dei principali siti istituzionali.
Per alcune ore della mattinata e’ stato difficile connettersi ai siti del governo (www.governo.it) e della Siae (www.siae.it), mentre risultano tuttora ‘oscurati’, ad esempio, quelli della Camera (www.camera.it), del Senato (www.senato.it) e della Gazzetta ufficiale (www.gazzettaufficiale.it).
In alcuni messaggi apparsi sui forum di punto-informatico.it e di altri siti specializzati, viene affermato che il popolo della rete sarebbe “in rivolta” e che la “guerriglia” sarebbe appena iniziata. La via scelta per dare corpo alla protesta e’ quella del netstrike (una sorta di sit-in telematico, con migliaia di utenti che si collegano contemporaneamente allo stesso sito rendendolo, di fatto, non piu’ visibile), da molti considerata ai confini della legalita’: la protesta contro i siti in questione, secondo un comunicato anonimo, disponibile sempre on line, durera’ fino a quando i “pirati” non otterranno gli effetti sperati.
Non è chiaro se si tratti di un netstrike (uno sciopero telematico condotto inondando di collegamenti un sito) o di un vero e proprio attacco ad opera di pirati informatici. Il dato di fatto è che i siti in questione sperimentano enormi difficoltà di collegamento. “Stiamo operando da ieri su questa vicenda”, conferma la polizia postale. “Ogni ente ha adottato contromisure specifiche per rispondere a questo tipo di attacchi”.
Contrastanti le reazioni del popolo di Internet all’attacco. C’è chi esulta, ma anche chi ritiene che una protesta così radicale possa rendere più problematici nuovi accordi sulla normativa antipirateria. Gli organizzatori dello “sciopero delle connessioni”, in particolare, hanno preso le distanze dall’azione, definendola “ignobile e stupida”.
Il decreto Urbani sul p2p (peer to peer), varato dal Consiglio dei ministri a marzo, era stato approvato dal Senato la scorsa settimana. La nuova normativa prevede sanzioni amministrative e penali per chi condivide materiali protetti da copyright tramite servizi di file-sharing come KaZaA o WinMX. Sia il ministro che le forze parlamentari avevano convenuto sulla necessità di sostanziali modifiche alla legge.