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USA, sì a donne nei sommergibili. Strada in salita per i gay

Due generali mettono in guardia il Senato americano sul possibile ingresso dei gay nelle forze armate. Nello stesso giorno, però, viene consentito alle donne di entrare finalmente nei sommergibili.

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Mentre la Marina americana rompe l’ultimo tabù sessuale consentendo anche alle donne di salire a bordo dei sommergibili (proprio così, non era possibile fino ad oggi), la questione dei gay nell’esercito si complica. Da decenni vige il principio introdotto da Bill Clinton sintetizzato con la formula "Don’t ask, don’t tell", come dire che un gay poteva entrare nell’esercito a patto che non dichiarasse apertamente di amare persone del suo stesso sesso. Un principio che da anni viene attaccato e che Barack Obama ha annunciato voler abrogare. Ma, anche su questo fronte, non gli sara’ facile passare dalle parole ai fatti.

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Nonostante la stragrande maggioranza degli americani sia contraria ad ogni discriminazione, anche tra le forze armate, sta aumentando la riluttanza dei vertici militari ad accettare l’ingresso dei gay dichiarati nelle forze armate. Nel corso di alcune audizioni al Senato, uno di questi, il Generale George Casey, ha espresso la sua "profonda preoccupazione" circa "l’impatto" che questo cambiamento puo’ avere sulle forze armate americane, "fortemente impegnate da due guerre negli ultimi 8 anni e mezzo". Come dire: abbiamo bisogno di uomini veri, non di mezze donnicciole. Casey ha quindi messo in guardia il Senato dall’agire troppo precipitosamente nel cancellare la legge attuale.

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Stesso invito alla prudenza è arrivato da parte di un altro Generale, Norton Schwartz. "Ora – ha detto – non è il momento giusto per distrarre le nostre forze armate, che sono alle prese con i conflitti in Iraq e Afghanistan, con decisioni prese in modo improvvisato". Nonostante queste resistenze, su impulso di Obama, il ministro della Difesa, Robert Gates, sta preparando uno studio per capire come calare concretamente nella realtà militare le nuove regole. Il dossier dovrebbe essere pronto per la fine dell’anno. Tuttavia dovranno passare anni prima che l’esercito possa adeguare le proprie strutture a una piena integrazione dei gay in divisa.