Vaticano: "Test per prevenire la consacrazione di preti gay" - nopretigayBASE - Gay.it Archivio

Vaticano: “Test per prevenire la consacrazione di preti gay”

In un documento diffuso oggi si propone un esame psicologico per gli aspiranti sacerdoti pur di evitare che anche gli omosessuali possano diventarlo. Arcigay: “Ci offriamo per eseguire i test”.

Se una volta per diventare preti bastava la vocazione (e un lungo corso di studi, naturalmente), da domani bisognerà anche superare test psicologici per evitare che a vestire la sacra tonaca siano persone con "tendenze omosessuali fortemente radicate" o eterosessuali con qualche difficoltà a mantenere fede al voto di castità. 

Lo si legge in un documento diffuso oggi dal Vaticano, solo l’ennesimo a ribadire che i gay nella chiesa proprio non ce li vogliono. Nel testo, intitolato "Orientamenti per l’utilizzo delle competenze psicologiche nell’ammissione e nella formazione dei candidati al sacerdozio", si legge che "gli errori di discernimento nelle vocazioni non sono rari" e che di conseguenza bisogna fare in modo di intercettare "inettitudini psichiche, più o meno patologiche, … permetterà di evitare tanti drammi". Il più, il documento precisa che "non basta accertarsi delle capacità di astenersi dall’esercizio della genitalità, ma è necessario anche valutare l’orientamento sessuale".

Quindi se siete gay e pensate di avere la vocazione, scordatevi di diventare preti.
“Escludere i gay dal sacerdozio non aiuta i milioni di omosessuali cattolici a vivere serenamente la propria condizione – commenta l’Onorevole del PD Paola Concia -. Una grave forma di omofobia guida l’azione dei vertici ecclesiastici, che non tengono in alcuna considerazione la vita reale delle persone credenti. Il nostro Parlamento sta discutendo la mia proposta di legge contro l’omofobia, per evitare che messaggi integralisti possano influire sulla vita dei cittadini italiani”.
E anche le associazioni ci tengono ad espiremere la loro posizione in merito al documento del Vaticano.

"Ci risulta poco chiara la ragione di questa perseverante politica discriminatoria e di esclusione nei confronti dei tanti omosessuali che, nonostante tutto, continuano a ritenersi cattolici – si legge in una nota del Circolo di Cultura Omosesuale Mario Mieli di Roma -. Tanto più alla luce della nota crisi delle vocazioni e considerando che, teoricamente, i sacerdoti, eterosessuali o meno che siano, dovrebbero essere chiamati all’astinenza. Certo, se questa norma fosse retroattiva sembra che numerosi vescovi e cardinali dovrebbero lasciare la tonaca… Il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli – continua la nota – ribadisce la propria contrarietà a qualsiasi politica discriminatoria nei confronti degli omosessuali e l’assimilazione surrettizia a concetti di immoralità, inadeguatezza a ricoprire qualsivoglia incarico o funzione, e alla patologia mentale".

Arcigay parla, dal canto suo, di caccia alle streghe. "Insomma gli omosessuali praticanti non devono essere consacrati, la caccia alle streghe vive una nuova fase – dichiara Aurelio Mancuso, presidente nazionale della maggiore associazionegay italiana. Ma se questo è vero per i seminari lo sarà, quindi, anche per chi è già consacrato? Se la risposta sarà affermativa, ci offriamo come consulenti delle gerarchie cattoliche italiane per aiutarle ad individuare tutti gli omosessuali che si rifugiano in Vaticano, nel collegio cardinalizio, nelle diocesi, nelle parrocchie, nei monasteri, e così via. Tanti sono già conosciuti, altri si potrà, attraverso accurati esami, cui lo stesso dicastero si richiama, individuarli con facilità".