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Vendola: “Ho paura ad uscire di sera a Roma”. Storace: “Pensi a Bari”

In un’intervista al Fatto dopo l’attacco di Casa Pound, il leder di Sel dice di avere timore ad uscire di sera a Roma. Padellaro lancia l’appello al coming out, ma Alemanno e Storace contrattaccano.

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In un’intervista rilasciata al fatto Quotidiano, il presidente della Regione Puglia nonché leader di Sel Nichi Vendola dichiara, senza mezzi termini, che “se a Roma di sera mi viene voglia di fare due passi da solo, rinuncio”. “Questo clima mi impone di limitare gli spazi della mia vita privata – spiega Vendola, vittima fino a due giorni fa di insulti omofobi da parte di Casa Pound -. Sono costretto a gestire ogni mossa con molta prudenza”. “Roma negli anni di Alemanno – continua il governatore della Puglia – ha visto lo sdoganamento dei piccoli gruppi dediti all’igiene del mondo. Non puoi non pensarci quando, per un minuto, cerchi di essere una persona normale che vuole prendersi un gelato a Campo de’ Fiori”.
A seguito dell’intervista e del racconto di Vendola, ennesima denuncia del clima di omofobia in cui vive questo paese da tempo senza che la classe politica se ne occupi in alcun modo, il Fatto Quotidiano ha lanciato un appello. “Sarebbe bello – scrive il direttore Antonio Padellaro – cari Bersani, Berlusconi, Monti, Casini, Fini, Grillo, Ingroia che come nel film In&Out i leader della politica italiana esprimessero la loro solidarietà a Vendola dichiarando: “Io sono gay”. Sarebbe bello, ma poi il Vaticano che dice?”.

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A raccogliere l’appello per primo è Sandro Ruotolo, giornalista noto per il suo lavoro insieme a Michele Santoro e adesso candidato nella lista guidata del PM Antonio Ingroia “Rivoluzione civile”.
“Voglio raccogliere immediatamente l’appello di Padellaro: anch’io sono gay – ha dichiarato Ruotolo -. E mi auguro che nelle prossime ore anche tutti gli altri candidati, di Rivoluzione civile e di tutte le altre coalizioni, facciano coming out: è vergognoso che nella culla della civiltà un omosessuale o un ebreo debba aver paura a circolare di notte. Casa Pound con la sua cultura fascista ha inquinato il clima di Roma. Tutti devono impegnarsi per ripulire la Capitale del Paese da questa vergogna”. Su Twitter, a parlare è il giornalista e scrittore Oliviero Beha che scrive: “Sì, è vero, sono gay: e allora ? Che vi cambia se sono omo o etero? Non è il caso invece di distinguere per coglionaggine?”. Solidarietà a Vendola arriva anche da Franco Grillini e da GayNet.

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“E’ gravissimo che un cittadino abbia paura di uscire la sera perché è gay – interviene Grillini -. Esprimiamo tutta la solidarietà possibile all’amico Nichi Vendola – continua – perché chiunque ha diritto a una vita normale e a fare cose comuni. Mentre in Francia e in Gran Bretagna si stanno discutendo leggi sul matrimonio tra omosessuali, in Italia non si riesce neppure a varare una norma di protezione dei cittadini omosessuali contro i fatti di omofobia”. Anche il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli solidarizza con Nichi Vendola. “Comprendiamo perfettamente, dal racconto di Vendola, la sua percezione di sentirsi minacciato – si legge in una nota firmata dal presidente Andrea Maccarrone -. E’ quello che succede a centinaia e centinaia di omosessuali che escono di casa e che potrebbero all’improvviso essere coinvolti in episodi di discriminazione e aggressione”.
Ma il sindaco di Roma non ci sta e nel giorno delle scritte omofobe al liceo Tacito della Capitale, Gianni Alemanno risponde al leader di Sel che “offende Roma. Dall’Europride del 2011 a ogni Gaypride la nostra città ha sempre garantito accoglienza e rispetto per tutti”. Gli fa eco Francesco Storace, ex presidente della Regione Lazio e leader de La Destra. “Se uno pensasse di più ai dintorni di casa sua sarebbe meglio – dichiara Storace a margine della presentazione del programma elettorale del suo partito -. Purtroppo i problemi di sicurezza li hanno tutte le metropoli a Bari non è che si viva tanto bene”.