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Veneto: la Regione approva la mozione contro il “gender” nelle scuole

Maggioranza unita, contro solo Pd e M5S. Berlato: “Ideologie destabilizzanti e pericolose”

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“No alle ideologie destabilizzanti e pericolose per lo sviluppo degli studenti quali l’ideologia gender”. Si è espresso così, ieri sera, il consiglio regionale del Veneto votando a favore di una mozione presentata dal consigliere di Fratelli d’Italia Antonio Berlato. Contro la mozione hanno votato Pd e M5S.
Non si tratta della mozione presentata sul finire di agosto dal consigliere Guadagnini , ma di una identica nella sostanza, depositata poco prima e che, per questo, ha di fatto inglobato la seconda.
Il testo di Berlato chiede appunto di non introdurre la “teoria gender” nelle scuole chiedendo alla Giunta regionale di “intervenire nelle scuole di ogni ordine e grado della Regione perché non venga in alcun modo introdotta la teoria del gender”, perché “venga rispettato il ruolo prioritario della famiglia nell’educazione all’affettività e alla sessualità, riconoscendo il suo diritto prioritario ai sensi dell’articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”. Per il consigliere Fdi e dunque per la maggioranza di Palazzo Ferro Fini, bisogna coinvolgere gli enti rappresentativi dei genitori e delle famiglie “in ogni strategia educativa della scuola rispettando, sia nei contenuti che nelle modalità di elaborazione e diffusione, il diritto fondamentale della famiglia”.

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Berlato chiede che le famiglie vengano coinvolte nella “predisposizione dei progetti sull’affettività e sulla sessualità e nell’opera di educazione, rendendo i loro contenuti trasparenti ed evitando il contrasto con le convinzioni religiose e filosofiche dei genitori”. Infine, deve essere oggetto di “spiegazione e di studio la ragione per la quale la nostra Costituzione, all’articolo 29, privilegia la famiglia come ‘società naturale fondata sul matrimonio’, della quale riconosce gli speciali diritti, diversamente da ogni altro tipo di unione”.
Al netto del fatto che, come più volte detto , l’ideologia del gender non esiste, mentre esistono progetti che puntano al contrasto del bullismo omotransfobico e all’educazione al rispetto delle differenze e della parità di genere, rimane il fatto che la Regione non ha alcuna competenza sui programmi scolastici che sono ministeriali e che le scuole godono di piena autonomia nella realizzazione di progetti extracurriculari. Si tratta, dunque, di una mozione squisitamente politica che potrebbe non avere alcun effetto pratico se non alimentare la psicosi collettiva sulla cosiddetta “ideologia del gender”.

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La mozione, come detto, è stata approvata con il voto compatto della maggioranza tra cui il capogruppo Fi Massimiliano Barison che l’ha sottoscritta sostenendo che si tratti di “una questione sentita in Veneto, con famiglie preoccupate che si introducano queste teorie, ma le ostacolino”.
Naturalmente, non è mancato l’appoggio della Lega Nord e della Lista Zaia.
In contrapposizione all’iniziativa di Berlato si è espressa la capogruppo del Pd Alessandra Moretti che nel suo intervento ha chiesto “se Berlato è mosso da malafede, da semplice ignoranza o da fervore ideologico”. “Bisogna fare attenzione quando si parla di bambini – ha dichiarato Moretti -, ma si sta montando un caso sul nulla, per attaccare la riforma de La buona scuola, che non presenta nessun elemento sul gender. Insomma stiamo parlando del nulla”. Per Moretti, dunque, “si vuole imporre una mistificazione, anche perché i figli non vivono in una campana di vetro e devono conoscere le diversità”.
Contrario anche il M5S il cui capogruppo Nicola Berti ha dichiarato: “Se è vero come è scritto nel documento, che “i risultati delle indagini sociologiche dimostrano come ritardare l’inizio dell’attività sessuale e ridurre il numero di partner aumenti le possibilità di intrattenere relazioni stabili e riduca i problemi psicologici quali la depressione, specialmente nelle ragazze”, allora, ironizza, “apprendo che le suore sono la categoria più felice al mondo. Mi stupisco che non si scriva che la masturbazione rende ciechi”. La mozione, comunque, viene approvata a maggioranza.