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VENETO: LE ELEZIONI SONO GAY

L’Arcigay regionale ha sottoposto ai due candidati per la presidenza della Regione un documento che avanza precise richieste in tema di diritti glbt. E le risposte non si sono fatte attendere.

PADOVA – Si danno da fare i gay e le lesbiche veneti in occasione delle elezioni amministrative regionali previste per il 3 e 4 aprile. Il coordinamento regionale di Arcigay, che raccoglie i circoli presenti in Veneto, ha sottoposto ai due candidati per la presidenza della Regione un documento che avanza precise richieste in tema di diritti glbt.
«Vogliamo delle regioni che aiutino ogni singolo individuo ad essere soggetto attivo nella costruzione del proprio progetto di esistenza, della propria identità personale e collettiva» si legge nel documento. Che presenta due richieste concrete: l’inserimento nello statuto regionale del principio di non discriminazione e del riconoscimento delle forme di convivenza alternative al matrimonio, e l’approvazione di una legge contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere.
«Occorre che i candidati alle regionali dicano chiaramente cosa pensano di fare riguardo alle copie di fatto, prendano posizione in maniera chiara contro le discriminazioni di carattere sessuale» aveva detto il parlamentare dei Ds e presidente nazionale dell’Arcigay Franco Grillini, intervenuto sabato scorso a Padova per presentare le richieste formulate dai presidenti dei circoli Arcigay del Veneto, associazione che conta oltre 23 mila iscritti in regione.
«Il voto degli omosessuali – ha spiegato Grillini – può essere il vero valore aggiunto per gli schieramenti in lizza alle prossime elezioni regionali. La candidatura di Nichi Vendola in Puglia ha trascinato tutto il centrosinistra in sù di almeno venti punti percentuali, portando Vendola alla parità con Fitto. Nel Veneto vogliamo fare altrettanto: gli omosessuali veneti sono almeno trecentomila».

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Non si fatta attendere molto la risposta dei due candidati. Da Massimo Carraro, candidato del centrosinistra e delle liste civiche a governatore veneto, una adesione totale alle richieste avanzate: «Mi impegno ad approvare una legge contro le discriminazioni sessuali e a inserire nello statuto un riconoscimento alle convivenze al di fuori del matrimonio» ha detto.
«Nel Veneto che cambia – osserva – credo sia importante che la Regione rimanga al passo con i tempi. E riconosca dignità e parità di diritti anche agli omosessuali. Rispetto alle richieste che l’ArciGay ha rivolto ai candidati presidenti della Regione, mi sento di poter prendere due impegni. Una volta al governo del Veneto, stenderemo una legge contro le discriminazioni di carattere sessuale. Una norma con l’obiettivo di tutelare una categoria di cittadini che ancora oggi è soggetta al rischio di venire esclusa dalla società. E lavoreremo perchè tutti i cittadini della nostra regione siano uguali tra loro».
Carraro aggiunge che «l’altro impegno, prendendo l’esempio da altre Regioni d’Italia, è di assicurare un riconoscimento alla convivenza al di fuori del matrimonio nello statuto regionale. Lasciando poi alla legislazione nazionale il compito di regolamentarla. Fermo restando il principio costituzionale del prioritario riconoscimento della famiglia fondata sul matrimonio come cellula fondamentale della nostra società. E senza dimenticare un forte sostegno alle giovani coppie che vogliono cominciare una loro vita. Nello statuto, che l’attuale maggioranza non è neppure riuscita ad approvare, comparirà anche il principio di non discriminazione. Un provvedimento che ritengo doveroso – conclude – nel rispetto di quanto prevede la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea che anche l’Italia ha sottoscritto proprio nel periodo in cui io ero parlamentare europeo».

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Giancarlo Galan, attuale presidente del Veneto e candidato della Cdl alle prossime regionali, è più vago: «Di riforme degli Statuti se ne possono presentare quante se ne vogliono; il problema è che a decidere non è il presidente della Regione, bensì il consiglio almeno in una materia come quella delle unioni di fatto».
«Il Veneto, d’altra parte – prosegue Galan – è una terra dove le discriminazioni sono bandite, è una regione di tolleranza e di civile accoglienza; quindi nessuna discriminazione verso gli omosessuali».
«Mi permetto di ricordare ai candidati di sinistra, con lunga militanza nella sinistra – rileva Galan – di fare identiche campagne e dichiarazioni nei confronti di un paese come Cuba, dove gli omossessuali sono perseguitati e incarcerati e in qualche caso anche eliminati. Ne fa testimonianza un grande film come ‘Fragola e Cioccolato’».