Vicini, la sitcom antidiscriminazioni fa infuriare il sottosegretario - vicini sitcom 1 - Gay.it Archivio

Vicini, la sitcom antidiscriminazioni fa infuriare il sottosegretario

E’ polemica per la sitcom, proiettata nelle scuole durante la settimana contro le discriminazioni, che parla anche di una coppia gay. Il Mario Mieli chiede un incontro alla ministra dell’Istruzione

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Succede che, nella settimana contro le discriminazioni l’Unar, Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, da sempre impegnato nella lotta alle discriminazioni contro le persone lgbt, oltre che in tutte le altre, distribuisca nelle scuole italiana una sitcom intitolata “Vicini” che, in un solo episodio, ripropone l’arrivo di coppia gay in un condominio italiano che, nel paradosso usato come espediente per proporre la discriminazione dalle due ottiche di chi discrimina e chi è discriminato, rifiuta le famiglie con bambini. Succede anche, però, che un’associazione di genitori toscana e il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi (NCD) vadano su tutte le furie urlando alla propaganda e al pericolo a cui sarebbero esposti i ragazzi a cui viene proposta una sitcom senza che questa sia stata approvata dai genitori. La sitcom, precisiamo, parla anche di anziani, musulmani, disabili e cinesi e ogni forma di discriminazione viene trattata in un episodio apposito.

In un’intervista fatta a Toccafondi, il portale Tempi.it parla addirittura di “offensiva per introdurre la teoria del gender nelle scuole italiane” e il sottosegretario dichiara di “non sapere niente di quanto deciso da questo ufficio (l’Unar, ndr) che produce materiale per le scuole, gli studenti e gli insegnanti, con un’impronta culturale a senso unico” e annuncia che “bisogna che siano presi dei provvedimenti per fare chiarezza sugli scopi dell’Unar”, come se quella contro le persone lgbt non fosse una discriminazione da combattere e contro la quale educare i ragazzi delle scuole.
Toccafondi ha disposto la sospensione della distribuzione degli opuscoli realizzato dall’Unar visti i “gravi contenuti”. E alla domanda di Tempi.it “Cosa c’entra un Ufficio antidiscriminazioni con l’educazione e con i cosiddetti diritti gay?” Toccafondi risponde tassativo: “Nulla. (…) È chiaro che occorre educare all’accoglienza di ogni persona, combattendo ogni forma di violenza, ma ora sotto la dicitura di lotta alla discriminazione e al bullismo sta mirando a tutt’altro: all’imposizione della teoria del gender e alla promozione di nuove forme di famiglia”.

Una retorica, quella contro i diritti delle persone lgbt in Italia, che ormai ha cambiato registro, passando dalla palese negazione alla presunta difesa dei diritti della famiglia intesa solo come formata da una coppia etero.
Il Circolo Mario Mieli si rivolge direttamente al presidente del Consiglio Matteo Renzi chiedendo chiarisca qual è la linea del Governo e che si assuma “la responsabilità di eliminare una ambiguità che rischia di diventare ogni giorno più inquietante”. Vale la pena ricordare che l’iniziativa dell’Unar rientra in quella che va sotto il nome di “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013-2015)” che venne varata dall’allora ministro Fornero e che coinvolge associazioni lgbt e lo stesso ufficio contro le discriminazioni. Il Mieli chiede inoltre “un incontro urgente con la Ministra dell’Istruzione, Università e Ricerca Stefania Giannini per affrontare la questione e capire quale linea voglia tenere: le scuole italiane saranno ancora libere di proporre interventi di contrasto a discriminazioni, bullismo e omofobia e transfobia senza l’obbligo del contraddittorio con gli omofobi e i razzisti e senza il visto della santa inquisizione? Le istituzioni intendono promuovere una cultura del rispetto delle differenze e del confronto? La scuola che ha in mente la Ministra è protagonista della crescita civile del Paese o è ostaggio degli integralisti e dei loro lacchè in Parlamento?”.

Qui di seguito, l’episodio di “Vicini” con la coppia gay, mentre la serie completa può essere vista sul canale YouTube dell’Unar .