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Vi.Pride: in piazza la giunta, polemiche del Comitato Difesa Famiglie

Quasi tutta la giunta comunale sarà in piazza sabato al Vicenza Pride, ma per le strade si annuncia la presenza del Comitato di Difesa delle Famiglie: “Sotto attacco la famiglia tradizionale”

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Sembrava che stesse andando tutto liscio in vista del Pride di Vicenza, il primo per la cittadina veneta, ma le cose, ad appena due giorni dalla paata, si stanno complicando. L’amministrazione comunale, infatti, ha fatto sapre che sarà presente al corteo di sabato 15 giugno e a rappresentarla ci sarà il consigliere Everardo Dal Maso, eletto nella lista “Variati sindaco”, a quanto pare in lizza per diventare consigliere delegato alle pari opportunità. Il sindaco ha fatto sapere che non potrà partecipare, ma insieme al consigliere ha mandato a sfilare una folta schiera di assessori: Umberto Nicolai, Antonio Dalla Pozza, Filippo Zanetti, Isabella Sala. Tutti loro, negli ultimi giorni, si sono espressi a favore della manifestazione auspicando che l’Italia faccia passi avanti nell’affermazione dei diritti delle persone lgbt.
Ma a tentare di guastare l’atmosfera di festa arriva oggi la presa di posizione del Comitato difesa della Famiglia.
“La famiglia è la risorsa più importante per la Nazione Italiana. La famiglia tradizionale, quella antica, è calore umano, rifugio, dispensa di energie positive per affrontare la vita – fanno sapere dal comitato -. Di questi tempi, in cui si sono persi i valori guida, le regole, il rispetto della memoria, c’è bisogno di ritornare alla famiglia, quella vera, composta da un uomo e una donna. Il gruppo sociale primario, anche se indebolito dalle assenze della politica che non da nessun sostegno alle mamme e papà che si prendono cura dei figli, dei padri, nonni anziani, parenti. Questa è la famiglia, abbandonata a se stessa. Per questo motivo, anche noi cittadini, come Comitato Difesa della Famiglia, saremo lungo il percorso del Gay Pride, per difendere I Valori Sociali e Costituzionali della Famiglia”.

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Qualche giorno fa, alcune sigle tra cui il Movimento Sovranità Difesa Sociale, avevano organizzato un’azione simbolica “in difesa della famiglia tradizionale”. Attaccando il Pride perché giudicata un modo per “ostentare la diversità in modo volgare, esibizionista”, di fatto le associazioni organizzatrici si sono scagliate contro il matrimonio gay, le adozioni e la legge control’omofobia. “La piattaforma rivendicativa del Vicenza Pride inneggia ai matrimoni tra omosessuali e al diritto di adozione dei minori, nonché a leggi contro l’omofobia (termine ambiguo e abusato) per limitare la libertà di espressione sul tema dell’omosessualità – ha dichiarato il Movimento Sovranità Difesa Sociale -. Ribadiamo al contrario il valore fondamentale della famiglia naturale, fondata sul matrimonio tra uomo e donna, il cui significato etimologico deriva dal latino mater (madre) monium (obbligo: quindi proteggere lo stato di madre)”. Il comitato organizzatore, dal canto suo, non ha risposto alle polemiche, preferendo continuare ad impegnarsi nelle tante iniziative che stanno precedendo l’appuntamento con il corteo di sabato.