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Allontanato dalla scuola il prof omofobo che picchiò un alunno

“Essere gay è una brutta malattia” aveva detto, prima di colpire il ragazzo ripetutamente.

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Sospeso per due mesi e allontanato dalla scuole. Si conclude così, sul fronte scolastico, la vicenda di cui è stato protagonista un professore umbro accusato di avere offeso con epiteti omofobi e aver picchiato un alunno.
La vicenda, lo ricorderete, risale allo scorso novembre quando il Secondo quanto riferito dal ragazzo , e confermato da alcuni compagni di classe, durante una lezione il professore avrebbe esordito dicendo che “essere gay è una brutta malattia”, fissando l’alunno. Dato che il ragazzo non rispondeva, il docente ripete la frase e il ragazzo chiede se si stesse riferendo a lui. A quel punto, l’insegnante avrebbe detto: “Certo che dico a te, è brutto essere gay. Tu ne sai qualcosa”. “Certo, da quando conosco lei”, sarebbe stata la risposta dello studente. È a questo punto che il professore sarebbe passato dalle parole ai fatti, colpendo il ragazzo prima con un calcio alle gambe (che avrebbe provocato degli ematomi), poi con pugni sulle spalle e, infine, mettendogli le mani al collo fino a quando un altro ragazzo lo avrebbe fermato dicendogli: “Professore lo lasci, non vede che lo sta strozzando?”.

L’INDAGINE SCOLASTICA E QUELLA PENALE

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Sulla vicenda era partita immediatamente un’indagine interna alla scuola, oltre a quella nata dalla denuncia penale sporta dai genitori del ragazzo, che aveva visto anche una visita del sottosegretario alla scuola Davide Faraone. Il professore venne sospeso per due mesi , ma a scuola non è mai tornato. A seguito dell’indagine, infatti, il docente è stato allontanato dalla scuola. Secondo il Giornale dell’Umbria, infatti, le testimonianze ascoltate dalle autorità scolastiche hanno confermato la ricostruzione del ragazzo, mentre quella fatta dal docente (che aveva parlato di uno scossone alle spalle e di un tentativo di far stare lo studente seduto in maniera composta, ma niente più di questo) non avrebbe trovato riscontri sufficienti.
Una storia che, però, non è ancora del tutto conclusa. Continuano, infatti, le indagini sull’aspetto penale della vicenda su cui i pm responsabili mantengono i massimo riserbo.